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SAN MAURO DI SALINE (vR). Ora va riscritta la storia del Bronzo.

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L’ultima campagna di scavo conclusasi alla fine di agosto, in cui per conto della Soprintendenza archeologica per il Veneto hanno lavorato l’archeologo Alberto Zardini e la sua collaboratrice Laura Busato, ha confermato la straordinarietà della scoperta del villaggio preistorico di San Mauro sul Dosso Folesani.
Nei circa 28 metri quadrati di area indagata in poco meno di un mese è venuto alla luce un muro di crollo di un torrione o podio quello di cui gli archeologi presupponevano l’esistenza ma dalla forma ancora incomprensibile: saranno necessari ulteriori ampliamenti dello scavo per tratteggiarne meglio i contorni. Si presuppone, comunque, che abbia la forma di un rettangolo e i resti di mura indicano chiaramente che la cinta continua comprendendo per circa 150 metri la casa di nuova costruzione e tornando poi sul poggio, lo sperone che si affaccia sulla Valle di Mezzane.
È venuta alla luce una gran quantità di ceramiche, molte selci lavorate, raschiatoi, elementi di falcetto, punteruoli in osso, frammenti di pugnale, ossa varie di animali.
Impossibile per ora dare un’interpretazione del torrione se costruito a difesa del villaggio e quindi con funzione militare o di culto.
Le otto casse di reperti venuti alla luce in uno spazio così limitato e future campagne di scavo permetteranno di chiarire la funzione del villaggio e della torre che per ora restano misteriosi come la tavoletta enigmatica che hanno lasciato trapelare fra le proprie reliquie archeologiche.
Ma una cosa è certa e la rivela Luciano Salzani direttore archeologo del Nucleo operativo di Verona della Soprintendenza: «Un eminente studioso», ricorda, «in una interessante sintesi pubblicata anni fa aveva dato per certo che la Lessinia fino alla media età del Bronzo fosse disabitata: qui abbiamo la dimostrazione che non era così con l’esistenza di un villaggio stabile e fortificato. Non solo. La lavorazione della selce, che si pensava si fosse esaurita con l’età del Rame», prosegue l’esperto, «dimostra invece di essere un’industria ancora molto importante nel Bronzo Medio, come si evidenzia dalle lavorazioni e dai reperti usciti dal villaggio di Dosso Folesani».
Poi, la dichiarazione che suona come una sorta di appello: «Ci piacerebbe poter continuare gli scavi e gli studi», conclude amaramente Salzani, «ma quello che finora è stato possibile fare è grazie a dei residui di finanziamenti dello scorso anno, il 2010, perché da quest’anno la Regione Veneto non ha più erogato nulla per la ricerca archeologica ed è presumibile, purtroppo, che sarà così ancora per anni».

Fonte: L’Arena.it, 30-12-2011

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