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OXFORD (Gb). Nuova ala del museo dedicata all’antico Egitto.

Un percorso lungo sei sale che è un viaggio attraverso cinquemila anni di storia nella valle del Nilo. L’Ashmolean Museum di Oxford apre una nuova ala tutta dedicata a reperti archeologici egiziani, dalle origini dell’Egitto predinastico all’antico e nuovo Regno fino alla conquista romana.
Duemila reperti in mostra, gran parte dei quali per la prima volta, dalla minuscola scultura in pietra di una figura umana del 3.600 a.C all’enorme santuario di Taharqa del 680 a.C, l’unico intero edificio faraonico esistente in Gran Bretagna, regalato come segno di gratitudine a Francis Llewellyn Griffith, l’archeologo britannico e professore di Oxford che aveva condotto gli scavi dal Governo del Sudan, la Nubia di allora invasa dall’Egitto.
Molti dei reperti riguardano la vita dopo la morte, data la grande importanza che gli egizi davano alla sopravvivenza dell’anima (ka) e la vita eterna passata nel regno di Osiride. Sono quindi in mostra ricchi sarcofagi e mummie, oltre agli oggetti e alle statue che adornavano le tombe per facilitare la transizione da una vita all’altra. Assolutamente unico l’affresco a colori vivaci del re Akhenaten e della sua regina Nefertiti, in una scena familiare in cui sono ritratti con le sei figlie, in netto contrasto con la rigida formalità dell’arte egizia convenzionale.
Tra tanti oggetti di grande bellezza e inestimabile valore, il reperto forse piú memorabile è nell’ultima sala: la mummia di un bambino morto a due anni tra l’80 e il 120 d.C. Gli esperti dell’Universitá di Oxford hanno fatto oltre 2.500 ecografie alla piccola mummia per determinare le condizioni del corpo, lo stato di salute del bambino in vita e la causa della morte (polmonite). Un’artista britannica, Angela Palmer, ha usato le Tac per creare disegni a inchiostro su 111 lastre di vetro sovrapposte che creano una straordinaria e commovente rappresentazione a 3 dimensioni del bambino. Una fusione di archeologia, scienza, tecnologia e arte assolutamente unica e indimenticabile.
L’ iter cronologico si conclude con le mummie del secondo secolo dopo Cristo, corpi avvolti nelle bende come nell’antica tradizione egizia ma con sul volto ritratti su pannelli di legno che nell’abbigliamento e l’acconciatura mostrano la chiara influenza romana. Le nuove sale sono state progettate da Rick Mather, l’architetto che due anni fa aveva realizzato lo splendido ampliamento e radicale trasformazione dell’Ashmolean da museo antiquato a museo contemporaneo. Nonostante l’ampiezza delle sale, peró, i duemila reperti in mostra sono tuttora una frazione dei 50mila oggetti egizi che il museo ha in deposito (e che sono comunque a disposizione di studenti e docenti).
L’Ashmolean Museum d’altronde ha una lunga tradizione in questo campo, spiega il direttore Christopher Brown: «I primi reperti dall’Egitto sono arrivati nel 1683, l’anno della fondazione del museo. Negli anni l’Universitá di Oxford ha finanziato e organizzato molte spedizioni archeologiche in Egitto, la nostra cattedra di Egittologia è una delle piú prestigiose al mondo e la nostra collezione una delle piú vaste. Sono felice che ora abbia una collocazione adeguata».

Fonte: Il Sole 24 Ore, 25/11/2011

Info:

ingresso libero
http://www.ashmolean.org

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