Le autorità spagnole stanno contemplando l’eventualità di riaprire al pubblico le grotte di Altamira, dichiarate dall’Unesco Patrimonio dell’umanità, soprattutto per cercare di rilanciare il turismo nella zona, che aveva risentito sensibilmente della loro chiusura. L’ipotesi è discussa in un articolo pubblicato su “Science”, a firma di un gruppo di ricercatori che in questi anni hanno studiato le condizioni del sito.
Altamira è famosa per le magnifiche pitture rupestri risalenti a 15.000 anni fa, dipinte dalle popolazioni di cacciatori-raccoglitori del Paleolitico superiore che popolavano all’epoca la regione.
Nel 1977, quando attirava quasi 200.000 visitatori all’anno, la grotta di Altamira venne chiusa alle visite a causa del deterioramento che avevano iniziato a subire le pitture rupestri, per essere riaperta nel 1982, dopo un’analisi microclimatica, ma con una forte limitazione del pubblico ammesso, attorno alle 10.000 persone all’anno, in modo da mantenere a livelli ridotti le quantità di anidride carbonica rilasciate dalla respirazione dei visitatori in quell’ambiente, come pure i tassi di umidità, i principali fattori di deterioramento individuati all’epoca.
Nel 2002, peraltro, la caverna ha dovuto essere nuovamente chiusa al pubblico a causa della presenza di microrganismi fototrofi suoi dipinti, un fenomeno simile a quello subito dalle pitture della grotta di Lascaux 50 anni prima: la colonizzazione delle pareti da parte di questi microrganismi è legata all’utilizzo della luce artificiale.
Ora gli studi condotti nel corso degli ultimi 15 anni nella grotta di Altamira e le simulazioni condotte dai ricercatori fanno pensare che una riapertura anche parziale del sito comporti il serio rischio di un processo di degrado analogo a quello avvenuto a Lascaux, che una volta innescato potrebbe rivelarsi inarrestabile. Per questo i ricercatori suggeriscono la possibilità di considerare anche opzioni alternative.
L’ipotesi avanzata dagli autori è quella si seguire le orme di quanto fatto proprio a Lascaux per ovviare al problema: le sale più importanti della caverna sono state perfettamente ricostruite in grandezza naturale, sulla base di un’accurata rilevazione in 3D dell’ambiente, realizzata fra il 2004 e il 2005 con sofisticate tecnologie. Ovviamente, queste scelte richiedono investimenti, che peraltro si ripagano: attualmente, il nuovo sito così approntato – noto come Lascaux II – accoglie ogni anno oltre un milione di visitatori.
Altamira è famosa per le magnifiche pitture rupestri risalenti a 15.000 anni fa, dipinte dalle popolazioni di cacciatori-raccoglitori del Paleolitico superiore che popolavano all’epoca la regione.
Nel 1977, quando attirava quasi 200.000 visitatori all’anno, la grotta di Altamira venne chiusa alle visite a causa del deterioramento che avevano iniziato a subire le pitture rupestri, per essere riaperta nel 1982, dopo un’analisi microclimatica, ma con una forte limitazione del pubblico ammesso, attorno alle 10.000 persone all’anno, in modo da mantenere a livelli ridotti le quantità di anidride carbonica rilasciate dalla respirazione dei visitatori in quell’ambiente, come pure i tassi di umidità, i principali fattori di deterioramento individuati all’epoca.
Nel 2002, peraltro, la caverna ha dovuto essere nuovamente chiusa al pubblico a causa della presenza di microrganismi fototrofi suoi dipinti, un fenomeno simile a quello subito dalle pitture della grotta di Lascaux 50 anni prima: la colonizzazione delle pareti da parte di questi microrganismi è legata all’utilizzo della luce artificiale.
Ora gli studi condotti nel corso degli ultimi 15 anni nella grotta di Altamira e le simulazioni condotte dai ricercatori fanno pensare che una riapertura anche parziale del sito comporti il serio rischio di un processo di degrado analogo a quello avvenuto a Lascaux, che una volta innescato potrebbe rivelarsi inarrestabile. Per questo i ricercatori suggeriscono la possibilità di considerare anche opzioni alternative.
L’ipotesi avanzata dagli autori è quella si seguire le orme di quanto fatto proprio a Lascaux per ovviare al problema: le sale più importanti della caverna sono state perfettamente ricostruite in grandezza naturale, sulla base di un’accurata rilevazione in 3D dell’ambiente, realizzata fra il 2004 e il 2005 con sofisticate tecnologie. Ovviamente, queste scelte richiedono investimenti, che peraltro si ripagano: attualmente, il nuovo sito così approntato – noto come Lascaux II – accoglie ogni anno oltre un milione di visitatori.
Fonte: Lescienze.it, 08/10/2011