“Ludus latrunculorum” o, come più semplicemente veniva chiamato, “latrunculi” è la novità della casa editrice Bookstones, che ha ripreso un passatempo molto in voga durante l’età romana riproponendolo come libro che si trasforma in gioco da tavolo.
Si tratta di un gioco di strategia militare, qualcosa che si pone a metà tra la dama e gli scacchi: i due eserciti schierati sulla scacchiera, ognuno guidato da un comandante detto “bellator”, devono catturare gli avversari attraverso semplici mosse. Sono però le strategie messe in campo che lo rendono appassionante ed estremamente divertente e fu proprio questo il motivo per cui nell’antica Roma veniva giocato da tutti.
Ne parlano, ad esempio, importanti scrittori come Varrone, Marziale, Ovidio e Seneca, che ci hanno tramandato anche curiosi aneddoti. Un divertimento tenuto sempre in alta considerazione. Racconta ad esempio Seneca, che lo storico Giulio Cano, giocatore di grande livello, era stato imprigionato e condannato a morte da Caligola e per passare il tempo in cella giocava spesso ai latrunculi. E così stava facendo quando il centurione andò a prelevarlo per l’esecuzione della condanna. Il suo ultimo pensiero fu per la partita: fece promettere all’avversario di non mentire sull’esito della partita e, dopo aver contato le pedine rimaste, nominò il centurione testimone di quella disputa che lui stava per vincere di una mossa!
Il nome del gioco deriva dalla parola “latro” che in latino significa mercenario o brigante e oggi, nonostante gli studi fatti, non si conoscono tutte le regole e quelle utilizzate sono frutto di interpretazioni successive. Ciò però è anche una piccola fortuna perché se ne possono applicare di nuove, per complicare o semplificare le partite.
Pensato per un pubblico che va dai sette anni in su, i “latrunculi” hanno avuto un buon successo anche tra gli adulti proprio per il fascino di mettersi nei panni di un comandante militare che deve debellare il nemico.
Si tratta di un gioco di strategia militare, qualcosa che si pone a metà tra la dama e gli scacchi: i due eserciti schierati sulla scacchiera, ognuno guidato da un comandante detto “bellator”, devono catturare gli avversari attraverso semplici mosse. Sono però le strategie messe in campo che lo rendono appassionante ed estremamente divertente e fu proprio questo il motivo per cui nell’antica Roma veniva giocato da tutti.
Ne parlano, ad esempio, importanti scrittori come Varrone, Marziale, Ovidio e Seneca, che ci hanno tramandato anche curiosi aneddoti. Un divertimento tenuto sempre in alta considerazione. Racconta ad esempio Seneca, che lo storico Giulio Cano, giocatore di grande livello, era stato imprigionato e condannato a morte da Caligola e per passare il tempo in cella giocava spesso ai latrunculi. E così stava facendo quando il centurione andò a prelevarlo per l’esecuzione della condanna. Il suo ultimo pensiero fu per la partita: fece promettere all’avversario di non mentire sull’esito della partita e, dopo aver contato le pedine rimaste, nominò il centurione testimone di quella disputa che lui stava per vincere di una mossa!
Il nome del gioco deriva dalla parola “latro” che in latino significa mercenario o brigante e oggi, nonostante gli studi fatti, non si conoscono tutte le regole e quelle utilizzate sono frutto di interpretazioni successive. Ciò però è anche una piccola fortuna perché se ne possono applicare di nuove, per complicare o semplificare le partite.
Pensato per un pubblico che va dai sette anni in su, i “latrunculi” hanno avuto un buon successo anche tra gli adulti proprio per il fascino di mettersi nei panni di un comandante militare che deve debellare il nemico.
Info:
BOOKSTONES – Via dell’ospedale 11 – 47922 Rimini
tel. 0541 1600668 – e-mail: info@bookstones.it
www.bookstones.it – www.viadeilibri.it
Si può acquistare su www.viadeilibri.it, in libreria o presso l’editore.
Formato chiuso: 20×30 cm – Formato aperto: 40×30 cm
In cartonato excellent stampata in quadricomia.
Prezzo di copertina: 12 euro
ISBN 978-88-904644-1-6