Un mondo perduto di 12˙000 anni fa sepolto dai suoi costruttori.
Quando Klaus Schmidt raggiunse la base di quella singolare collina con la pancia nella cui arida cima cresceva uno Ziyaret, un albero dei desideri venerato dalle genti locali, divenne subito evidente al suo team di archeologi che quel luogo che si ergeva sul paesaggio circostante «come un masso erratico» poteva solo essere opera dell’uomo.
Quella collina artificiale che si innalzava in una piana di terra calcarea doveva nascondere la mano dell’uomo, ma mai nessuno poteva immaginare che nel suo ventre si celassero i più antichi templi costruiti dalla razza umana.
Monumenti maestosi e imponenti che hanno iniziato ad essere eretti intorno al 10˙000 a.C. e destinati a frantumare le fondamenta della storia.
Quando Klaus Schmidt raggiunse la base di quella singolare collina con la pancia nella cui arida cima cresceva uno Ziyaret, un albero dei desideri venerato dalle genti locali, divenne subito evidente al suo team di archeologi che quel luogo che si ergeva sul paesaggio circostante «come un masso erratico» poteva solo essere opera dell’uomo.
Quella collina artificiale che si innalzava in una piana di terra calcarea doveva nascondere la mano dell’uomo, ma mai nessuno poteva immaginare che nel suo ventre si celassero i più antichi templi costruiti dalla razza umana.
Monumenti maestosi e imponenti che hanno iniziato ad essere eretti intorno al 10˙000 a.C. e destinati a frantumare le fondamenta della storia.
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