Ha avuto ottimi esiti il progetto Atlantis, prima campagna di ricerche archeologiche subacquee strumentali nello Stretto di Messina, condotta tra il 13 e il 19 giugno 2011.
Al termine della campagna, concentrata su un’area di 49 km2, sono stati individuati due relitti di epoca tardo romana, risalenti al II-IV secolo d.C., perfettamente integri. Il primo ha restituito anfore nord-africane ben conservate, il secondo macine intere, lingotti di piombo con timbro (fondamentale per individuarne la provenienza) e tre ancore in ferro.
Il progetto Atlantis è nato da un’idea di Gianmichele Iaria, altonfondalista di Oloturia Sub, concretizzata con la Fondazione internazionale no profit Aurora Trust, con il supporto del Comune di Messina, con la partnership della Soprintendenza del Mare e la Bimaris Edizioni.
Sono state utilizzate strumentazioni di ricerca sonar ad alta tecnologia per la scansione dei fondali marini, il rilievo e il censimento dei risultati di interesse archeologico e scientifico, il recupero mirato di campioni e di singoli reperti finalizzato allo studio e all’approfondimento.
La fondazione Aurora Trust (che si occupa di investigazioni marine e recupero di beni archeologici sommersi) è stata impegnata nelle ricerche strumentali sistematiche (Side Scan Sonar, Sub Bottom Profiler e R.O.V.) mentre Oloturia Sub (che ha già collaborato nell’agosto 2010 con la Soprintendenza del Mare e con la fondazione Aurora Trust per il recupero del relitto “Panarea III” ritrovato al largo dell’isola di Panarea) ha fornito un team di subacquei altofondalisti per le ricerche dirette e il recupero del materiale.
La campagna di rilievi subacquei è stata svolta sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza del Mare del Dipartimento regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, guidata da Eliana Mauro. L’Unità Operativa IV – diretta da Stefano Zangara – ha coordinato l’attività diretta di alta sorveglianza durante le ricerche. La Capitaneria di Porto e il Nucleo subacqueo della Polizia Municipale di Messina hanno fornito assistenza durante le operazioni in mare e supporto e assistenza di superficie al team di altofondalisti.
È stato un bell’esempio di sinergia tra pubblico e privato che si spera possa essere di esempio per molte altre iniziative, anche nell’importante opera di comunicazione al pubblico dei risultati delle ricerche.
Attendiamo di poter visionare al più presto il documentario a carattere scientifico-divulgativo realizzato per la promozione dell’intera campagna di ricerca.
La campagna prevista per l’anno 2012 servirà ad approfondire le ricerche nelle aree interessate, espandere l’area di indagine e raccogliere una documentazione video-fotografica più dettagliata dei due relitti e delle altre evidenze individuate ma ancora da verificare.
Al termine della campagna, concentrata su un’area di 49 km2, sono stati individuati due relitti di epoca tardo romana, risalenti al II-IV secolo d.C., perfettamente integri. Il primo ha restituito anfore nord-africane ben conservate, il secondo macine intere, lingotti di piombo con timbro (fondamentale per individuarne la provenienza) e tre ancore in ferro.
Il progetto Atlantis è nato da un’idea di Gianmichele Iaria, altonfondalista di Oloturia Sub, concretizzata con la Fondazione internazionale no profit Aurora Trust, con il supporto del Comune di Messina, con la partnership della Soprintendenza del Mare e la Bimaris Edizioni.
Sono state utilizzate strumentazioni di ricerca sonar ad alta tecnologia per la scansione dei fondali marini, il rilievo e il censimento dei risultati di interesse archeologico e scientifico, il recupero mirato di campioni e di singoli reperti finalizzato allo studio e all’approfondimento.
La fondazione Aurora Trust (che si occupa di investigazioni marine e recupero di beni archeologici sommersi) è stata impegnata nelle ricerche strumentali sistematiche (Side Scan Sonar, Sub Bottom Profiler e R.O.V.) mentre Oloturia Sub (che ha già collaborato nell’agosto 2010 con la Soprintendenza del Mare e con la fondazione Aurora Trust per il recupero del relitto “Panarea III” ritrovato al largo dell’isola di Panarea) ha fornito un team di subacquei altofondalisti per le ricerche dirette e il recupero del materiale.
La campagna di rilievi subacquei è stata svolta sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza del Mare del Dipartimento regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, guidata da Eliana Mauro. L’Unità Operativa IV – diretta da Stefano Zangara – ha coordinato l’attività diretta di alta sorveglianza durante le ricerche. La Capitaneria di Porto e il Nucleo subacqueo della Polizia Municipale di Messina hanno fornito assistenza durante le operazioni in mare e supporto e assistenza di superficie al team di altofondalisti.
È stato un bell’esempio di sinergia tra pubblico e privato che si spera possa essere di esempio per molte altre iniziative, anche nell’importante opera di comunicazione al pubblico dei risultati delle ricerche.
Attendiamo di poter visionare al più presto il documentario a carattere scientifico-divulgativo realizzato per la promozione dell’intera campagna di ricerca.
La campagna prevista per l’anno 2012 servirà ad approfondire le ricerche nelle aree interessate, espandere l’area di indagine e raccogliere una documentazione video-fotografica più dettagliata dei due relitti e delle altre evidenze individuate ma ancora da verificare.
Autore: Gabriella Monzeglio