Ad Ortucchio,in provincia de L’Aquila, in un sito già frequentato nell’età del Bronzo, durante i lavori per la realizzazione di un canale per la messa in sicurezza del versante montuoso, è tornata alla luce una necropoli di epoca romana completamente scavata nel terreno naturale, composto da un limo sabbioso color ocra, di origine lacustre, che ha consentito la realizzazione di tombe a camera a una profondità di circa 2,50 metri.
All’esterno della tomba, è stato rinvenuto un ripostiglio contenente abbondante vasellame integro (piatti, olle, brocche) utilizzato dai congiunti per consumare il pasto commemorativo (silicernium), in ricordo del defunto, e poi lasciato sul posto, secondo un rito testimoniato da poeti e scrittori dell’epoca e che, in Abruzzo, rivive ancora nelle tradizioni moderne del pranzo con i parenti a casa, vissuto come momento di saluto e di condivisione del lutto.
Oltre novanta i reperti recuperati,che consentono di datare le tombe alla metà/fine del II sec. a.C.
L’accesso alle singole tombe avveniva tramite gradini che, dal piano della strada antica, in parte coincidente con quella moderna, immettevano in uno stretto corridoio dalle alte pareti e da qui in una “grotticella”; all’interno, su una banchina rialzata, era disposto l’inumato e, in un caso, la presenza di un uomo e una donna sui due lati lascia pensare a un nucleo familiare.
Si tratta del primo ritrovamento di tombe del genere in tutto il comprensorio marsicano; a questo dato si unisce quello ancor più caratterizzante costituito dal corredo presente in ogni deposizione, posto sia sulla banchina che in apposite nicchie, in un numero variabile da tre a quindici pezzi integri.
E’ composto da vasellame di varie forme (brocche, anforette, olle e piatti), comune sia alle sepolture femminili che maschili; differente, invece, la presenza di strigili in ferro e ampolline in terracotta per gli uomini e specchi per le donne.
Il territorio di Ortucchio, posto in posizione favorevole lungo le sponde dell’antico lago Fucino; noto per le numerose scoperte dell’Eneolitico e dell’età del Bronzo, questa volta ha restituito preziose testimonianze di epoca romana.
Nella Marsica, infatti, sempre più spesso durante la realizzazione di opere pubbliche e private, emergono resti archeologici di straordinario interesse che consentono alla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Abruzzo e alla comunità di acquisire nuove conoscenze e arricchire i dati utili alla ricostruzione della storia dei luoghi.
Le ricerche archeologiche si concluderanno in concomitanza con il termine dello scavo del canale; la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Abruzzo ha finanziato l’intervento, condotto dalla Cooperativa Limes di Avezzano, integrando i primi fondi messi a disposizione dal Comune di Ortucchio, come previsto dalla normativa sull’archeologia preventiva nell’ambito della realizzazione di opere pubbliche.
All’esterno della tomba, è stato rinvenuto un ripostiglio contenente abbondante vasellame integro (piatti, olle, brocche) utilizzato dai congiunti per consumare il pasto commemorativo (silicernium), in ricordo del defunto, e poi lasciato sul posto, secondo un rito testimoniato da poeti e scrittori dell’epoca e che, in Abruzzo, rivive ancora nelle tradizioni moderne del pranzo con i parenti a casa, vissuto come momento di saluto e di condivisione del lutto.
Oltre novanta i reperti recuperati,che consentono di datare le tombe alla metà/fine del II sec. a.C.
L’accesso alle singole tombe avveniva tramite gradini che, dal piano della strada antica, in parte coincidente con quella moderna, immettevano in uno stretto corridoio dalle alte pareti e da qui in una “grotticella”; all’interno, su una banchina rialzata, era disposto l’inumato e, in un caso, la presenza di un uomo e una donna sui due lati lascia pensare a un nucleo familiare.
Si tratta del primo ritrovamento di tombe del genere in tutto il comprensorio marsicano; a questo dato si unisce quello ancor più caratterizzante costituito dal corredo presente in ogni deposizione, posto sia sulla banchina che in apposite nicchie, in un numero variabile da tre a quindici pezzi integri.
E’ composto da vasellame di varie forme (brocche, anforette, olle e piatti), comune sia alle sepolture femminili che maschili; differente, invece, la presenza di strigili in ferro e ampolline in terracotta per gli uomini e specchi per le donne.
Il territorio di Ortucchio, posto in posizione favorevole lungo le sponde dell’antico lago Fucino; noto per le numerose scoperte dell’Eneolitico e dell’età del Bronzo, questa volta ha restituito preziose testimonianze di epoca romana.
Nella Marsica, infatti, sempre più spesso durante la realizzazione di opere pubbliche e private, emergono resti archeologici di straordinario interesse che consentono alla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Abruzzo e alla comunità di acquisire nuove conoscenze e arricchire i dati utili alla ricostruzione della storia dei luoghi.
Le ricerche archeologiche si concluderanno in concomitanza con il termine dello scavo del canale; la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Abruzzo ha finanziato l’intervento, condotto dalla Cooperativa Limes di Avezzano, integrando i primi fondi messi a disposizione dal Comune di Ortucchio, come previsto dalla normativa sull’archeologia preventiva nell’ambito della realizzazione di opere pubbliche.
Redattore: Giuseppe La Spada
Fonte: MiBAC, 14-03-2011