Centinaia di anfore del tipo Dressel 21-22 (I secolo d.C.) ritrovate sul fondale a circa 150 km a sud dell’isola di Panarea (nella foto un esemplare).
Grazie alle sofisticate attrezzature della nave oceanografica Astrea, messa a disposizione dall’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) del Ministero dell’Ambiente, è stato individuato il carico di uno dei due relitti già scoperti a oltre 100 m di profondità nella campagna del luglio 2009.
Era stata avviata dalla Soprintendenza del Mare in collaborazione con la Fondazione statunitense Aurora Trust nell’ambito del progetto di ricerche in alto fondale «Archeorete Eolie».
Il consistente carico è stato rintracciato grazie al «Rov» (Remotely operated vehicle), strumento con telecamere, fari illuminatori e propulsori a elica, capace di inviare in diretta immagini estremamente nitide del fondale.
Dotato di manipolatori idraulici per la raccolta di campioni e reperti dal fondo, ha consentito anche di prelevare una delle anfore che sarà sottoposta a esami di natura tipologica, cronologica e merceologica…
Grazie alle sofisticate attrezzature della nave oceanografica Astrea, messa a disposizione dall’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) del Ministero dell’Ambiente, è stato individuato il carico di uno dei due relitti già scoperti a oltre 100 m di profondità nella campagna del luglio 2009.
Era stata avviata dalla Soprintendenza del Mare in collaborazione con la Fondazione statunitense Aurora Trust nell’ambito del progetto di ricerche in alto fondale «Archeorete Eolie».
Il consistente carico è stato rintracciato grazie al «Rov» (Remotely operated vehicle), strumento con telecamere, fari illuminatori e propulsori a elica, capace di inviare in diretta immagini estremamente nitide del fondale.
Dotato di manipolatori idraulici per la raccolta di campioni e reperti dal fondo, ha consentito anche di prelevare una delle anfore che sarà sottoposta a esami di natura tipologica, cronologica e merceologica…
Autore: Silvia Mazza
Fonte: Il Giornale dell’Arte, on line, 01 ottobre 2010