La “tomba della scacchiera” rappresenta un importante patrimonio archeologico e culturale di livello internazionale, e lo stesso si può dire dei monumenti ad esso adiacenti.
Sebbene le autorità siano da lodare per avere investito dei fondi nello scavo e nello studio di questo monumento, è fonte di grande preoccupazione il fatto che – per quanto ne sappiamo – nessuno specialista di arte presitorica sia stato invitato ad ispezionare il repertorio artistico della tomba per verificare la sua importanza e per consigliare le migliori strategie di conservazione a lungo termine. Inoltre, è ugualmente preoccupante che dopo aver trascorso quattro mesi nello scavo della tomba della scacchiera (un periodo di tempo che fa intuire l’utilizzo di tecniche professionali) al termine delle indagini archeologiche il sito sia stato rozzamente ricoperto da una copertura in cemento.
Come abbiamo riscontrato nella vicina “tomba delle spirali“, le travi e le assi in legno marcescenti coperte da una membrana fibrosa e quindi sigillata con cemento sono una prova visiva di come questo tipo di conservazione abbia avuto effetti nocivi sulla protezione a lungo termine di questo probabilmente di altri monumenti nella stessa regione. Sebbene sia apprezzabile il fatto che il monumento si trovi in una proprietà “privata”, il sito è malamente recintato, non vi sono segnali che informino che il luogo è privato né che mettano in guardia sul fatto che ciò che si trova al suo interno può essere altamente pericoloso.
Ci si domanda quindi se sia stato veramente un bene affrettarsi a compiere uno scavo archeologico se:
– a) il sito non si trovava in pericolo immediato per l’espansione di aree di sviluppo urbano o stradale;
– b) senza avere considerato preventivamente gli aspetti futuri di conservazione
e gestione a lungo termine del monumento, dopo il termine degli scavi.
Il modo veramente misero con cui è stato “sigillato” il sito dimostra come si sia pensato veramente poco al futuro a lungo termine di questo monumento.
Sebbene le autorità siano da lodare per avere investito dei fondi nello scavo e nello studio di questo monumento, è fonte di grande preoccupazione il fatto che – per quanto ne sappiamo – nessuno specialista di arte presitorica sia stato invitato ad ispezionare il repertorio artistico della tomba per verificare la sua importanza e per consigliare le migliori strategie di conservazione a lungo termine. Inoltre, è ugualmente preoccupante che dopo aver trascorso quattro mesi nello scavo della tomba della scacchiera (un periodo di tempo che fa intuire l’utilizzo di tecniche professionali) al termine delle indagini archeologiche il sito sia stato rozzamente ricoperto da una copertura in cemento.
Come abbiamo riscontrato nella vicina “tomba delle spirali“, le travi e le assi in legno marcescenti coperte da una membrana fibrosa e quindi sigillata con cemento sono una prova visiva di come questo tipo di conservazione abbia avuto effetti nocivi sulla protezione a lungo termine di questo probabilmente di altri monumenti nella stessa regione. Sebbene sia apprezzabile il fatto che il monumento si trovi in una proprietà “privata”, il sito è malamente recintato, non vi sono segnali che informino che il luogo è privato né che mettano in guardia sul fatto che ciò che si trova al suo interno può essere altamente pericoloso.
Ci si domanda quindi se sia stato veramente un bene affrettarsi a compiere uno scavo archeologico se:
– a) il sito non si trovava in pericolo immediato per l’espansione di aree di sviluppo urbano o stradale;
– b) senza avere considerato preventivamente gli aspetti futuri di conservazione
e gestione a lungo termine del monumento, dopo il termine degli scavi.
Il modo veramente misero con cui è stato “sigillato” il sito dimostra come si sia pensato veramente poco al futuro a lungo termine di questo monumento.
In allegato, descrizione completa dello stato dell’area archeologica, vai >>>
Info:
Paola Arosio – paola@stonepages.com
Diego Meozzi – diego@stonepages.com
George Nash – Dipartimento di Archeologia ed Antropologia, Università di Bristol, Inghilterra – george.nash@bristol.ac.uk
Paola Arosio – paola@stonepages.com
Diego Meozzi – diego@stonepages.com
George Nash – Dipartimento di Archeologia ed Antropologia, Università di Bristol, Inghilterra – george.nash@bristol.ac.uk