E’ il sito archeologico piu’ importante del Piemonte meridionale. Alle spalle delle scuole medie di Costigliole, dal 2003, e’ in corso lo scavo di una villa romana del periodo tra il primo e il quinto secolo d. C., tra l’Eta’ augustea e il periodo tardo-antico.
All’interno e’ stato rinvenuto anche il primo impianto per la produzione di vino, proprio alle pendici delle colline dove oggi si produce il Quagliano doc. Questo fa supporre che si trattasse di una cascina.
Tra fine agosto e fine settembre l’Universita’ degli studi di Torino riaprira’ il campo archeologico costigliolese. Venerdi’ e’ prevista una riunione in municipio per definire i dettagli della campagna di scavi 2010.
«Per il nostro Comune il sito romano e’ un vanto spiega il sindaco Milva Rinaudo e fin da quando sono partite le ricerche abbiamo compiuto diversi sforzi economici e organizzativi. Il problema dello scavo, infatti, e’ la mancanza di risorse e le casse municipali da sole non potranno mai trasformarlo in un parco visitabile. Serve il contributo di tutti: Regione, Provincia, Soprintendenza, Universita’ e anche delle fondazioni bancarie. Bisognerebbe pensare di aprire un tavolo di discussione con tutte le istituzioni interessate per programmare gli interventi».
La Facolta’ di Scienze dei beni dell’Universita’ di Torino prevede di avere al lavoro a Costigliole circa 25 studenti. Lo scavo sara’ diretto da Diego Elia, professore associato di archeologia classica e dalla collega Valeria Meirano.
All’interno e’ stato rinvenuto anche il primo impianto per la produzione di vino, proprio alle pendici delle colline dove oggi si produce il Quagliano doc. Questo fa supporre che si trattasse di una cascina.
Tra fine agosto e fine settembre l’Universita’ degli studi di Torino riaprira’ il campo archeologico costigliolese. Venerdi’ e’ prevista una riunione in municipio per definire i dettagli della campagna di scavi 2010.
«Per il nostro Comune il sito romano e’ un vanto spiega il sindaco Milva Rinaudo e fin da quando sono partite le ricerche abbiamo compiuto diversi sforzi economici e organizzativi. Il problema dello scavo, infatti, e’ la mancanza di risorse e le casse municipali da sole non potranno mai trasformarlo in un parco visitabile. Serve il contributo di tutti: Regione, Provincia, Soprintendenza, Universita’ e anche delle fondazioni bancarie. Bisognerebbe pensare di aprire un tavolo di discussione con tutte le istituzioni interessate per programmare gli interventi».
La Facolta’ di Scienze dei beni dell’Universita’ di Torino prevede di avere al lavoro a Costigliole circa 25 studenti. Lo scavo sara’ diretto da Diego Elia, professore associato di archeologia classica e dalla collega Valeria Meirano.
«Riprenderemo l’esplorazione della villa rustica dice Elia che e’ divisa in una parte residenziale e in una dedicata alla produzione vinicola. In particolare, l’obiettivo della campagna 2010, e’ l’ampliamento e l’approfondimento delle ricerche nell’area in cui abitava il padrone di casa. Abbiamo gia’ riportato alla luce pavimenti decorati, ma quella sezione dell’edificio rimane ancora la meno conosciuta».
Sei anni di scavi non hanno ancora permesso di stabilire il nome antico dell’insediamento abitativo.
Sei anni di scavi non hanno ancora permesso di stabilire il nome antico dell’insediamento abitativo.
«Non ci sono elementi per scoprirlo – precisa il professore – ma questo luogo si trova al centro di una rete viaria sviluppata tra Caraglio, Borgo San Dalmazzo e Piasco. Si trova all’ingresso della Valle Varaita, importante snodo per l’attraversamento e la penetrazione delle Alpi».
Il campo archeologico costigliolese ha un’estensione di 4 mila metri quadri. L’anno scorso durante il lavoro degli studenti sono venute alle luce due profonde vasche gemelle, decorate e rivestite di malta, un ritrovamento unico per quanto riguarda l’edilizia privata d’epoca romana in Piemonte.
Il campo archeologico costigliolese ha un’estensione di 4 mila metri quadri. L’anno scorso durante il lavoro degli studenti sono venute alle luce due profonde vasche gemelle, decorate e rivestite di malta, un ritrovamento unico per quanto riguarda l’edilizia privata d’epoca romana in Piemonte.
Autore. Andrea Garassino
Fonte: La Stampa, 09-06-2010.