È stata annunciata la scoperta (avvenuta l’estate scorsa) di un sarcofago di piombo del IV-V secolo d.C. trovato nell’antica città di Gabii (18 km da Roma); tra le ipotesi su chi potesse contenere figurano un gladiatore, un soldato o un vescovo.
Le sepolture romane col piombo non sono comuni: se ne conoscono solo poche centinaia. Ancor più strano, la maggior parte di questi sarcofagi hanno una base rettangolare e un coperchio; in questo, invece, i 362 kg. di piombo avvolgono il corpo come un burrito.
Il piombo era peraltro un metallo di valore all’epoca, perciò un intero sarcofago di questo materiale “è sicuramente un segno di qualcuno in un certo modo importante”, dice Jeffrey Becker, del Gabii Project.
Dentro a sepolture di piombo simili, rinvenute in Europa, finora si erano trovati i resti di soldati, membri dell’élite della Chiesa cristiana, e persino gladiatrici – anche se il professore dell’Università di Oxford, Bruce Hitchner (non coinvolto nello studio), fa notare che nel IV-V secolo d.C. il periodo d’oro dei gladiatori era già finito da cent’anni.
Scoprire qualche dettaglio sul defunto sarà difficile: non ci sono offerte funebri e le scansioni con la tomografia computerizzata (solitamente usate per l’analisi delle bare) non possono penetrare lo spesso strato di piombo.
L’unico indizio, per ora, è un osso del piede “estremamente” intatto che sporge attraverso un buco. Solitamente le sepolture nel piombo offrono una “preservazione straordinaria” dei tessuti umani e dei capelli (anche se il buco potrebbe aver accellerato la decomposizione).
I ricercatori dovranno dunque decidere in che modo agire: aprire il sarcofago potrebbe essere troppo pericoloso sia per i vivi che per i morti.
Tagliare il piombo sprigionerebbe una polvere cancerogena che potrebbe nuocere agli scienziati, mentre l’esposizione ai batteri potrebbe facilmente danneggiare il corpo.
I prossimi esperimenti (anzitutto termografia ed endoscopia), da condursi all’American Academy in Rome, verificheranno se questa polvere possa essere facilmente contenuta. Nel qual caso, la si potrebbe aprire in una “stanza pulita”.
Se questi approcci fallissero, si potrebbe ricorrere a una costosa Imaging a risonanza magnetica.
Infine, è anche interessante notare che il sarcofago venne posto in mezzo a un caseggiato, ‘sfidando’ il tabù di seppellire i morti all’interno dei limiti della città. Forse avvenne qualcosa così importante da renderlo indispensabile – una possibilità di cui bisognerà tenere conto durante i prossimi scavi.
Gabii venne fondata nel 10′ secolo a.C. e prosperò per secoli accanto a Roma, con la quale era legata da un trattato di amicizia politica. Tuttavia, dal II-III secolo d.C. la città cominciò a contrarsi, e dal IX secolo venne abbandonata.
Recentemente a Gabii erano stati trovati i resti di ciò che potrebbe essere stata la residenza del principe etrusco Tarquinio Sesto.
Le sepolture romane col piombo non sono comuni: se ne conoscono solo poche centinaia. Ancor più strano, la maggior parte di questi sarcofagi hanno una base rettangolare e un coperchio; in questo, invece, i 362 kg. di piombo avvolgono il corpo come un burrito.
Il piombo era peraltro un metallo di valore all’epoca, perciò un intero sarcofago di questo materiale “è sicuramente un segno di qualcuno in un certo modo importante”, dice Jeffrey Becker, del Gabii Project.
Dentro a sepolture di piombo simili, rinvenute in Europa, finora si erano trovati i resti di soldati, membri dell’élite della Chiesa cristiana, e persino gladiatrici – anche se il professore dell’Università di Oxford, Bruce Hitchner (non coinvolto nello studio), fa notare che nel IV-V secolo d.C. il periodo d’oro dei gladiatori era già finito da cent’anni.
Scoprire qualche dettaglio sul defunto sarà difficile: non ci sono offerte funebri e le scansioni con la tomografia computerizzata (solitamente usate per l’analisi delle bare) non possono penetrare lo spesso strato di piombo.
L’unico indizio, per ora, è un osso del piede “estremamente” intatto che sporge attraverso un buco. Solitamente le sepolture nel piombo offrono una “preservazione straordinaria” dei tessuti umani e dei capelli (anche se il buco potrebbe aver accellerato la decomposizione).
I ricercatori dovranno dunque decidere in che modo agire: aprire il sarcofago potrebbe essere troppo pericoloso sia per i vivi che per i morti.
Tagliare il piombo sprigionerebbe una polvere cancerogena che potrebbe nuocere agli scienziati, mentre l’esposizione ai batteri potrebbe facilmente danneggiare il corpo.
I prossimi esperimenti (anzitutto termografia ed endoscopia), da condursi all’American Academy in Rome, verificheranno se questa polvere possa essere facilmente contenuta. Nel qual caso, la si potrebbe aprire in una “stanza pulita”.
Se questi approcci fallissero, si potrebbe ricorrere a una costosa Imaging a risonanza magnetica.
Infine, è anche interessante notare che il sarcofago venne posto in mezzo a un caseggiato, ‘sfidando’ il tabù di seppellire i morti all’interno dei limiti della città. Forse avvenne qualcosa così importante da renderlo indispensabile – una possibilità di cui bisognerà tenere conto durante i prossimi scavi.
Gabii venne fondata nel 10′ secolo a.C. e prosperò per secoli accanto a Roma, con la quale era legata da un trattato di amicizia politica. Tuttavia, dal II-III secolo d.C. la città cominciò a contrarsi, e dal IX secolo venne abbandonata.
Recentemente a Gabii erano stati trovati i resti di ciò che potrebbe essere stata la residenza del principe etrusco Tarquinio Sesto.
Fonte: http://ilfattostorico.com, 31-03-2010