Il Comune di Marano acquisterà il terreno sul monte Castelon sul quale sorge il Tempio di Minerva; nei giorni scorsi è stato sottoscritto l’atto preliminare. La giunta si era attivata per reperire i finanziamenti per trasformare il Castelon in un Parco archeologico.
L’area, vastissima, è stata esplorata solo in parte, ma tutto fa ritenere che vi siano ancora moltissimi resti del castello. Sono ancora visibili alcuni locali interrati e molti resti delle mura.
«La Regione ci ha concesso un finanziamento di 40 mila euro, che si va ad aggiungere ai 2.500 euro concessi dalla Provincia per la prosecuzione degli scavi», spiega il sindaco Simone Venturini.
Nel corso di quest’anno, perciò, l’amministrazione comunale, in collaborazione con la Soprintendenza ai beni archeologici del Veneto, darà avvio alla seconda fase di indagine propedeutica alla realizzazione del Parco archeologico del monte Castelon.
«E’ questa la nostra intenzione», continua Venturini. «Oltre alle vestigia del Tempio, vi sono infatti anche rilevanti resti del castello scaligero di Federico II della Scala, oltre a molti reperti preistorici, risalenti al 4000 a.C. Già la scoperta del Tempio è stata un vero evento».
L’archeologa Brunella Bruno, della Soprintendenza, ha confermato che si tratta di un tempio importantissimo, sia per la sua antichità, sia per la bellezza della sua fattura: il pavimento, rosso e bianco in cocciopesto, indica un ambiente ricco, degno di un tempio importante, e anche la sua forma, addossata alla parete nord-est del colle, disposta su più piani, indica un effetto scenografico di notevole impatto architettonico.
«La nascita del Parco archeologico», dichiara il consigliere Fabio Giacopuzzi, «è per Marano un ulteriore valore aggiunto per quanto riguarda la tutela e la promozione del nostro territorio; l’inaugurazione dei sentieri della Valsorda, nel 2009, e questo nuovo progetto che si andrà a realizzare, uniti a una presenza sul territorio di ristoratori e albergatori in fase di espansione, andranno a consolidare una sempre crescente offerta culturale turistica nel nostro Comune».
«La scoperta del Tempio», aggiunge il sindaco, «è innanzitutto un rilevante elemento di conoscenza di una porzione della storia di Marano e dell’intera Valpolicella, di cui il colle del Santuario di Santa Maria in Minerbe rappresenta il cuore ideale. La scoperta ha anche una valenza di ulteriore promozione e richiamo del territorio di Marano, particolarmente vocato a diventare mèta di un turismo giornaliero di nicchia, ma sempre più diffuso, un turismo interessato alla storia, alla cultura dei luoghi, ai sapori e alle tradizioni. Già qualche anno fa, l’azienda agricola Zardini di Pezza ha lanciato sul mercato un vino denominato “Minervii”, collegando l’immaginario collettivo del Tempio presente nella tradizione orale dei maranesi con la bontà del vino prodotto da queste colline. In futuro ci saranno altre iniziative del genere».
Il Parco archeologico del Monte Castelon potrà divenire un’attrazione culturale per tutta la Valpolicella, visto che si svilupperà nei pressi della chiesa di Santa Maria Valverde, già mèta assai frequentata. «L’amministrazione comunale intende ringraziare il proprietario del terreno, la signora Luigia Tommasi, e il marito Mariano Bertaso, per la collaborazione», conclude il sindaco Venturini.
L’area, vastissima, è stata esplorata solo in parte, ma tutto fa ritenere che vi siano ancora moltissimi resti del castello. Sono ancora visibili alcuni locali interrati e molti resti delle mura.
«La Regione ci ha concesso un finanziamento di 40 mila euro, che si va ad aggiungere ai 2.500 euro concessi dalla Provincia per la prosecuzione degli scavi», spiega il sindaco Simone Venturini.
Nel corso di quest’anno, perciò, l’amministrazione comunale, in collaborazione con la Soprintendenza ai beni archeologici del Veneto, darà avvio alla seconda fase di indagine propedeutica alla realizzazione del Parco archeologico del monte Castelon.
«E’ questa la nostra intenzione», continua Venturini. «Oltre alle vestigia del Tempio, vi sono infatti anche rilevanti resti del castello scaligero di Federico II della Scala, oltre a molti reperti preistorici, risalenti al 4000 a.C. Già la scoperta del Tempio è stata un vero evento».
L’archeologa Brunella Bruno, della Soprintendenza, ha confermato che si tratta di un tempio importantissimo, sia per la sua antichità, sia per la bellezza della sua fattura: il pavimento, rosso e bianco in cocciopesto, indica un ambiente ricco, degno di un tempio importante, e anche la sua forma, addossata alla parete nord-est del colle, disposta su più piani, indica un effetto scenografico di notevole impatto architettonico.
«La nascita del Parco archeologico», dichiara il consigliere Fabio Giacopuzzi, «è per Marano un ulteriore valore aggiunto per quanto riguarda la tutela e la promozione del nostro territorio; l’inaugurazione dei sentieri della Valsorda, nel 2009, e questo nuovo progetto che si andrà a realizzare, uniti a una presenza sul territorio di ristoratori e albergatori in fase di espansione, andranno a consolidare una sempre crescente offerta culturale turistica nel nostro Comune».
«La scoperta del Tempio», aggiunge il sindaco, «è innanzitutto un rilevante elemento di conoscenza di una porzione della storia di Marano e dell’intera Valpolicella, di cui il colle del Santuario di Santa Maria in Minerbe rappresenta il cuore ideale. La scoperta ha anche una valenza di ulteriore promozione e richiamo del territorio di Marano, particolarmente vocato a diventare mèta di un turismo giornaliero di nicchia, ma sempre più diffuso, un turismo interessato alla storia, alla cultura dei luoghi, ai sapori e alle tradizioni. Già qualche anno fa, l’azienda agricola Zardini di Pezza ha lanciato sul mercato un vino denominato “Minervii”, collegando l’immaginario collettivo del Tempio presente nella tradizione orale dei maranesi con la bontà del vino prodotto da queste colline. In futuro ci saranno altre iniziative del genere».
Il Parco archeologico del Monte Castelon potrà divenire un’attrazione culturale per tutta la Valpolicella, visto che si svilupperà nei pressi della chiesa di Santa Maria Valverde, già mèta assai frequentata. «L’amministrazione comunale intende ringraziare il proprietario del terreno, la signora Luigia Tommasi, e il marito Mariano Bertaso, per la collaborazione», conclude il sindaco Venturini.
Fonte: L’Arena, 26/01/2010
Rif. internet: http://www.maranovalpolicella.it/temi/minerva/articolo.htm