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NAPOLI. Il Sacro Graal e i misteri dei Pipernieri di Soccavo. Un’ipotesi affascinante.

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Costituita da un solo blocco di piperno posto su una base di tre gradini, la croce di piperno, monumento simbolo di Soccavo, quartiere periferico ad ovest di Napoli, risale al 1613. Nei bracci della croce sono rappresentati San Pietro e San Paolo, nel mezzo è il Cristo.

Strani simboli, tuttavia sono posti lungo la croce ed alla base sorprende la presenza di un calice che secondo la tradizione rappresenterebbe il sacro Graal, posto da Giuseppe di Arimatea per raccogliere il sangue di Gesù Cristo.

Che sia un segno del passaggio del Santo Graal nella piana di Soccavo, o soltanto un’immagine scolpita nel piperno a devozione della Santa Reliquia da parte di una congregazione devota, o ancora un indizio, un segnale da decifrare la coppa, scolpita dagli antichi maestri pipernieri, rimane ancora oggi, un mistero irrisolto tutto da svelare.

030220101150Vero è che la corporazione dei pipernieri di Soccavo, particolarmente attiva dal XIV al XVII secolo nutriva una forte propensione per le pratiche esoteriche. Che particolari simboli fossero scolpiti nelle loro opere è cosa nota.

Il “bugnato” caratteristico del Palazzo Sanseverino, ad esempio, già chiesa del Gesù Nuovo a Napoli, né rappresenta un valido modello.

Segni misteriosi e graffiti sulla caratteristica facciata a piramidi, infatti, avevano a che fare con queste arti magiche o conoscenze alchemiche rivolte a convogliare forze positive e benevoli dall’esterno della piazza verso l’interno del palazzo. Notiamo, infatti, una sorprendente somiglianza dei segni sulle bugne con i simboli della tavola alchemica-astrologica ed i simboli chimici-alchemici di Scheele.

Maestri pipernieri a conoscenza di antichi segreti esoterici (tramandati solo oralmente e sotto giuramento dai maestri agli apprendisti), dunque gli artigiani della pietra di Soccavo. Una potente e segreta corporazione capace di caricare la pietra di energia positiva o negativa a seconda dei casi utilizzando simboli oscuri e graffiti sconosciuti.

Ma il simbolo scolpito alla base della croce di piperno non ha bisogno di particolari interpretazioni: è il sacro Graal; la coppa che la tradizione vuole usata nell’Ultima Cena da Gesù e nella quale Giuseppe di Arimatea avrebbe poi raccolto le gocce di sangue del Cristo durante la crocifissione.

Ma il mistero non si esaurisce con la raffigurazione della sacra coppa.

110220101256Non poco distante dalla croce di Piperno, sulla collina dei Camaldoli, laddove appunto si estraeva la pietra successivamente lavorata dai maestri pipernieri esiste, sebbene in forte stato di degrado, un casale da tempo abbandonato le cui facciate raccolgono immagini e simbolismi riconducibili all’ordine dei Templari.

All’incrocio tra via Guerra e via Soffritto il casale, noto anche come l’ ”Osteria del Ricino” antico punto di dazio nella Napoli rinascimentale, ristrutturato nell’ ‘800 per essere adibito ad abitazione, rimangono visibili segni ed ornamenti misteriosi.

Uno stemma con armatura, elmo ed armi da guerra, del tutto simile a quelli usati dalla loggia massonica “Società Torre di Guardia” (elmo, spada, scudo e scure) e dall’attuale loggia “Cavalieri Templari” (Knight Templars).

110220101259La statua di una donna ritratta su di una sfera con le mani sul petto in segno di penitenza rappresenta molto verosimilmente la figura della Maddalena, immagine sacra ai Cavalieri del Tempio di Salomone.

Ancora, un’ antica iscrizione recante la massima “la decina”, posta in una parete che fa da angolo alla struttura, ricorda che i cavalieri che fondarono l’ordine dei templari, compreso Ugo di Payns primo gran maestro, erano appunto dieci.

Ma il simbolo più interessante è situato all’ingresso nord del casale, si tratta del BAFOMETTO, la mitica “testa” adorata dai Templari. Posta all’ingresso di una grande stanza rettangolare con apertura ad occidente, caratteristiche tipiche richieste dal rito per le sale di riunione ed iniziazione, è del tutto simile a quella che si trova all’interno di una delle sale di Castel del Monte, il leggendario castello iniziatico dell’ordine, fatto costruire in Puglia da Federico II di Svevia.

Dunque, perchè, il Graal è presente, raffigurato in una croce di pietra ricavata da un blocco unico, in un quartiere periferico come quello di Soccavo?

C’è un misterioso collegamento tra la reliquia e la ricca corporazione medievale dei maestri pipernieri, tanto ricca da possedere un intero paese alle porte di Napoli?

L’antico casale, posto a poca distanza, nasconde un misterioso segreto riconducibile all’ordine templare?
Ma al di là del fascino dell’illusione misterica che l’argomento immancabilmente suscita ogni volta che se ne sente parlare, sorprende la somiglianza del calice rappresentato alla base della croce di piperno con un altro molto simile che Rocco Zingaro di Sanferdinando dell’Ordine del Tempio di Gerusalemme sostiene essere il vero Graal.

Mistero e leggenda ancora una volta avvolgono la ricerca della preziosissima reliquia.

Autore: Antonio Cangiano

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