Ed è solo l’ultimo di un gran numero di recuperi che sono stati effettuati negli ultimi anni grazie alla solerte applicazione, da parte della Soprintendenza Archeologica Romana (SAR), della legge che prevede il controllo del sottosuolo prima di iniziare ogni attività cantieristica.
Dalla presenza di siti archeologici, molti di gran rilievo come la villa delle Colonnacce e quella detta dell’Olivella, sull’area compresa tra la via Portuense e la statale Aurelia, è nato un progetto che prevede la realizzazione di un parco di tipo naturalistico alle porte di Roma. All’interno della nuova area verde si trovano diverse necropoli etrusco-romane, molte delle quali sono appena state individuate e non scavate per mancanza di fondi e alcuni complessi monumentali come Castel di Guido e il casale della Bottaccia.
«La SAR, insieme con gli enti preposti a vario titolo alla gestione del territorio quali Regione Lazio, Municipio XVI – ha detto la dottoressa Daniela Rossi, archeologa funzionaria responsabile di zona – ha elaborato un progetto di istituzione di un parco protetto fruibile a vari livelli con itinerari sia di tipo naturalistico che archeologico. Naturalmente qualunque tipo di iniziativa di questo genere andrà concordata e condivisa con la gente del luogo e contemperata alla vocazione agricola dell’azienda che ci ospita».
L’area agricola a cui si riferisce la Rossi è un’estesa tenuta di oltre duemila ettari, anticamente appartenuta all’Istituto di Santo Spirito e passata nel dopoguerra al Comune di Roma. Nell’azienda si coltivano cereali biologici e vi pascolano 350 vacche di razza Frisona italiana e oltre 500 capi di razza Maremmana che nell’insieme rappresentano la più grande mandria attualmente esistente nel Lazio. Proprietà pubblica quindi su cui far sorgere il parco, che garantirebbe al progetto di usufruire della gratuità iniziale dei costi del terreno.
«Il parco sfrutterebbe alcuni percorsi ciclabili che già in parte sono nati spontaneamente, una pista ippica, e le aree didattiche già attive in zona quali quella ornitologica gestita dalla Lipu e quella archeologica della villa romana di Monte delle Colonnacce. Il tutto potrebbe essere completato da aree specifiche destinate a spettacoli all’aperto di varia natura, ma sempre legate alle tematiche del parco, usufruibili sia dai quartieri più vicini come quello di Massimina, sia dagli utenti capitolini. Ricordiamo infatti che il borgo di Castel di Guido dista solo 15 km dalla capitale».
Un parco pubblico alle porte di Roma, quindi, a cui potranno accedere oltre ai cittadini romani delle zone limitrofe anche i residenti di aree extraurbane, come Ara Nova, Torreinpietra, Passoscuro e Ladispoli.
Autore: Sergio Silva;
Fonte: Il Tempo, 21/12/2009