Si completa l’operazione di recupero del mitico Rione Terra, simbolo e sintesi della storia universale dei Campi Flegrei.
Nasce, la nuova cattedrale barocca puteolana, dalle rovine dell’incendio che 46 anni fa devastò la rocca dei pescatori.
Resta chiuso ai fedeli e ai turisti, però, premio Oscar della serie «monumenti negati» dell’area flegrea.
Un caso ancora più clamoroso della Piscina Mirabilis, del museo di archeologia sommersa del Castello di Baia, delle Cento Camerelle.
Mancano gli ultimi fondi (sette milioni promessi dalla Regione) e, soprattutto, le strade di accesso garantite per la sicurezza dei visitatori. Una delusione senza fine, quasi una beffa per chi si preparava a celebrare sotto i riflettori delle televisioni internazionali il bimillenario dello sbarco di san Paolo a Pozzuoli. Eppure quelle fiamme infernali, nella notte drammatica del 16 maggio 1964, avevano avuto il merito di rivelare il carattere eccezionale, forse unico al mondo, del più antico monumento flegreo, restituendo alla luce le vestigia del faraonico tempio augusteo, sul quale la Chiesa aveva successivamente eretto la sua cattedrale. Meraviglia delle meraviglie, insomma. Centro direzionale della vita nei giorni dell’impero, quando il porto di Pozzuoli dominava la scena grazie alla sua posizione strategica nel bacino mediterraneo, punto di riferimento dei martiri cristiani e torre insostituibile del culto cattolico attraverso le tantissime, sofferte vicende della comunità flegrea.
Due realtà opposte, dense di storia e di cultura, decisive nei secoli che scandirono le tormentate vicende del bradisismo, delle catastrofi naturali, dell’evoluzione moderna nell’area puteolana e flegrea.
Dalle mura possenti del tempio pagano si scrutava il mare, per cogliere in tempo l’arrivo di visitatori poco graditi, dalle austere cappelle della cattedrale cristiana si muovevano le processioni che, periodicamente o in caso d’improvvisa necessità, si muovevano per portare i busti di san Gennaro e san Procolo in giro per la città, scendendo direttamente fra le barche della darsena e del borgo antico dei pescatori.
Non a caso il dibattito per la ricostruzione del monumento-simbolo e dello stesso Rione Terra (completamente evacuato dopo le scosse di terremoto del marzo 1970) fu lungo e articolato, non privo di contrasti ideologici e di polemiche feroci.
Alla fine, dieci anni fa, la decisione di bandire un concorso internazionale, per la realizzazione di un progetto in grado di sintetizzare i due aspetti e salvaguardare i valori dei diversi momenti storici vissuti sulla rocca millenaria flegrea, edificata sui nuclei della greca Dicearchia e della romana Puteoli.
Principi felicemente condensati nel progetto vincitore, presentato dal team dell’architetto fiorentino Marco Dezzi Bardeschi.
Un disegno ardito, ispirato dall’esigenza di far vivere insieme, attraverso l’applicazione di strutture trasparenti e percorsi di luce spettacolari, i valori dell’intero ciclo storico non soltanto dell’edificio religioso, ma dell’intera cittadella circostante. Ma veniamo ai nostri giorni.
Per valorizzare, contemporaneamente il percorso archeologico scavato negli ultimi anni nella città romana (la famosa «Pompei sotterranea» che tanto interesse ha suscitato prima ancora di essere completata) la Regione si è impegnata nel mese di maggio scorso a completare il piano finanziario dell’operazione, che costerà complessivamente cento milioni di euro, reperiti fra i capitoli europei e ordinari. Subito il completamento della cattedrale e la realizzazione di un approdo turistico collegato ai percorsi archeologici del centro antico puteolano.
Contestualmente sarà programmata la ripresa dei lavori nel dedalo del borgo marinaro, dove sorgeranno un museo, uffici pubblici, strutture di accoglienza, sale per convegni, residenze alberghiere. Complessivamente, come accennato, saranno spesi cento milioni, quaranta ancora da stanziare. Più agevole l’iter per il completamento del duomo-tempio di Augusto, finora ricostruito con i fondi di un «por» europeo di 9,9 milioni. Per completare i lavori di ripristino strutturale, infatti, la realizzazione della canonica e del nuovo campanile, sarà possibile accedere in tempi brevi a un finanziamento-bis di 7,1 milioni.
I turisti nel frattempo, sono costretti ad aspettare. Nei giorni del week-end sono consentite visite guidate (su prenotazione) per gruppi di pochi privilegiati nel dedalo del sito archeologico. Per il duomo-tempio, invece, niente da fare: bisognerà completare il campanile e la via alternativa di accesso dal mare, dall’area portuale.
Il sindaco Pasquale Giacobbe preme per mantenere in extremis l’impegno della riapertura nei tempi del bimillenario dallo sbarco di san Paolo (marzo del prossimo anno).
Il vescovo Gennaro Pascarella continua a sognare l’arrivo del Papa, Benedetto XVI, per la prima messa fra i cristalli della ritrovata cattedrale barocca. Di straordinaria suggestione l’idea di uno Stabat Mater del San Carlo da riprendere in mondovisione, considerando anche l’attesa per le celebrazioni dei trecento anni dalla nascita di Giovan Battista Pergolesi, genio musicale molto amato a Pozzuoli. Ma si può vivere sempre e soltanto di speranze?
Nasce, la nuova cattedrale barocca puteolana, dalle rovine dell’incendio che 46 anni fa devastò la rocca dei pescatori.
Resta chiuso ai fedeli e ai turisti, però, premio Oscar della serie «monumenti negati» dell’area flegrea.
Un caso ancora più clamoroso della Piscina Mirabilis, del museo di archeologia sommersa del Castello di Baia, delle Cento Camerelle.
Mancano gli ultimi fondi (sette milioni promessi dalla Regione) e, soprattutto, le strade di accesso garantite per la sicurezza dei visitatori. Una delusione senza fine, quasi una beffa per chi si preparava a celebrare sotto i riflettori delle televisioni internazionali il bimillenario dello sbarco di san Paolo a Pozzuoli. Eppure quelle fiamme infernali, nella notte drammatica del 16 maggio 1964, avevano avuto il merito di rivelare il carattere eccezionale, forse unico al mondo, del più antico monumento flegreo, restituendo alla luce le vestigia del faraonico tempio augusteo, sul quale la Chiesa aveva successivamente eretto la sua cattedrale. Meraviglia delle meraviglie, insomma. Centro direzionale della vita nei giorni dell’impero, quando il porto di Pozzuoli dominava la scena grazie alla sua posizione strategica nel bacino mediterraneo, punto di riferimento dei martiri cristiani e torre insostituibile del culto cattolico attraverso le tantissime, sofferte vicende della comunità flegrea.
Due realtà opposte, dense di storia e di cultura, decisive nei secoli che scandirono le tormentate vicende del bradisismo, delle catastrofi naturali, dell’evoluzione moderna nell’area puteolana e flegrea.
Dalle mura possenti del tempio pagano si scrutava il mare, per cogliere in tempo l’arrivo di visitatori poco graditi, dalle austere cappelle della cattedrale cristiana si muovevano le processioni che, periodicamente o in caso d’improvvisa necessità, si muovevano per portare i busti di san Gennaro e san Procolo in giro per la città, scendendo direttamente fra le barche della darsena e del borgo antico dei pescatori.
Non a caso il dibattito per la ricostruzione del monumento-simbolo e dello stesso Rione Terra (completamente evacuato dopo le scosse di terremoto del marzo 1970) fu lungo e articolato, non privo di contrasti ideologici e di polemiche feroci.
Alla fine, dieci anni fa, la decisione di bandire un concorso internazionale, per la realizzazione di un progetto in grado di sintetizzare i due aspetti e salvaguardare i valori dei diversi momenti storici vissuti sulla rocca millenaria flegrea, edificata sui nuclei della greca Dicearchia e della romana Puteoli.
Principi felicemente condensati nel progetto vincitore, presentato dal team dell’architetto fiorentino Marco Dezzi Bardeschi.
Un disegno ardito, ispirato dall’esigenza di far vivere insieme, attraverso l’applicazione di strutture trasparenti e percorsi di luce spettacolari, i valori dell’intero ciclo storico non soltanto dell’edificio religioso, ma dell’intera cittadella circostante. Ma veniamo ai nostri giorni.
Per valorizzare, contemporaneamente il percorso archeologico scavato negli ultimi anni nella città romana (la famosa «Pompei sotterranea» che tanto interesse ha suscitato prima ancora di essere completata) la Regione si è impegnata nel mese di maggio scorso a completare il piano finanziario dell’operazione, che costerà complessivamente cento milioni di euro, reperiti fra i capitoli europei e ordinari. Subito il completamento della cattedrale e la realizzazione di un approdo turistico collegato ai percorsi archeologici del centro antico puteolano.
Contestualmente sarà programmata la ripresa dei lavori nel dedalo del borgo marinaro, dove sorgeranno un museo, uffici pubblici, strutture di accoglienza, sale per convegni, residenze alberghiere. Complessivamente, come accennato, saranno spesi cento milioni, quaranta ancora da stanziare. Più agevole l’iter per il completamento del duomo-tempio di Augusto, finora ricostruito con i fondi di un «por» europeo di 9,9 milioni. Per completare i lavori di ripristino strutturale, infatti, la realizzazione della canonica e del nuovo campanile, sarà possibile accedere in tempi brevi a un finanziamento-bis di 7,1 milioni.
I turisti nel frattempo, sono costretti ad aspettare. Nei giorni del week-end sono consentite visite guidate (su prenotazione) per gruppi di pochi privilegiati nel dedalo del sito archeologico. Per il duomo-tempio, invece, niente da fare: bisognerà completare il campanile e la via alternativa di accesso dal mare, dall’area portuale.
Il sindaco Pasquale Giacobbe preme per mantenere in extremis l’impegno della riapertura nei tempi del bimillenario dallo sbarco di san Paolo (marzo del prossimo anno).
Il vescovo Gennaro Pascarella continua a sognare l’arrivo del Papa, Benedetto XVI, per la prima messa fra i cristalli della ritrovata cattedrale barocca. Di straordinaria suggestione l’idea di uno Stabat Mater del San Carlo da riprendere in mondovisione, considerando anche l’attesa per le celebrazioni dei trecento anni dalla nascita di Giovan Battista Pergolesi, genio musicale molto amato a Pozzuoli. Ma si può vivere sempre e soltanto di speranze?
Autore: Franco Mancusi
Fonte: Ilmattino.it, 10/01/2010