Google mette in vetrina sul Web migliaia di immagini di reperti archeologici del Museo Nazionale dell’Iraq.
Google continua il suo percorso per portare i musei sul Web: prima con l’antica Roma in 3D e poi con El Prado di Madrid. Ora tocca all’Iraq e alle vestigia dell’antica Mesopotamia, la cui mezzaluna fertile, fra il Tigri e l’Eufrate, fu culla della civiltà. Oggi il museo è chiuso, a causa della guerra, ma rivive in Rete.
Google mette in vetrina sul Web migliaia di immagini di artefatti e reperti archeologici del Museo Nazionale dell’Iraq. Google ha scattato oltre 14.000 foto e punta ad uploadarle dall’inizio del 2010.
“La maggior parte delle aziende americane non sono ancora operative in Iraq, a noi piacerebbe dimostrare che è possibile fare affari in Iraq, che l’Iraq è un mercato importante che crescerà rapidamente, che è sufficientemente stabile“, ha spiegato il Ceo di Google, Eric Schmidt.
Per l’Iraq virtuale non è la prima volta. La storia di sumeri e babilonesi è già tornata a nuova vita nel museo di bit dell’Iraq, grazie all’archeologia virtuale del Cnr (The virtual museum of Iraq).
Ad aprile Google e Twiiter erano stati in Iraq: la rinascita dell’Iraq passa oggi dal Web 2.0 e dall’hi-tech statunitense.
Fonte: ITespresso.it, 25/11/2009