L’Etruria e l’area subalpina occidentale attraverso i contatti del primo millennio a.C. e i documenti archeologici e artistici conservati in Piemonte.
Quaderni della Fondazione per l’Arte della Compagnia di San Paolo, 3, Torino 2009 – ISBN 978-88-902526-9-3
Quaderni della Fondazione per l’Arte della Compagnia di San Paolo, 3, Torino 2009 – ISBN 978-88-902526-9-3
In questo volume si raccolgono, per la prima volta, le varie testimonianze presenti sul territorio piemontese riconducibili alla civiltà e alla cultura etrusca.
Si parte con i rinvenimenti di reperti etruschi nei siti archeologici della regione, diffusi almeno dall’VIII secolo a.C. e fino al III-II a.C., ovvero all’alba del processo di romanizzazione dell’area subalpina.
Si riconoscono tre grandi momenti che segnano le relazioni fra gli Etruschi e le locali popolazioni celto-liguri, caratterizzati dallo scambio non solo di manufatti ma anche di tecnologie e di ideologie di stampo mediterraneo.
La presenza di oggetti etruschi negli abitati, nei luoghi di culto e nelle necropoli subalpine testimonia la conoscenza e la penetrazione di spunti innovativi nell’artigianato locale, e, soprattutto, la diffusione di prodotti e di costumi di origine greca ed etrusco-italica, come quella del vino, bevanda che rivestì un posto importante negli scambi (forse assieme all’“oro golasecchiano”) fra Etruschi e genti dell’Italia nord-occidentale.
I pregiati vasi etruschi che accompagnano la diffusione del vino, e quindi della nobile pratica del simposio, sono simboli di agiatezza e di potere presso i capi delle comunità locali.
Il discorso si estende poi alle numerose raccolte etrusche presenti nelle collezioni del Piemonte, da quella più consistente del Museo di Antichità di Torino, dove è peraltro confluita una parte della raccolta formata da Luciano Bonaparte (fratello di Napoleone), ma anche di altre importanti sedi, quali l’Armeria Reale di Torino, il Museo Martini di Pessione, il Regio Collegio di Moncalieri, il Castello di Agliè, i musei archeologici di Cuneo, Asti, Biella, Novara ecc.
Conclude il volume un’appendice dedicata all’aspetto ancora inedito della diffusione ottocentesca del gusto “all’etrusca”, legato, nel Piemonte sabaudo, a valori culturali che, alimentati dalle fonti antiche, identificavano gli Etruschi come la prima potenza italiana estesa per terra e per mare (quindi precedente al dominio di Roma).
Il discorso si estende poi alle numerose raccolte etrusche presenti nelle collezioni del Piemonte, da quella più consistente del Museo di Antichità di Torino, dove è peraltro confluita una parte della raccolta formata da Luciano Bonaparte (fratello di Napoleone), ma anche di altre importanti sedi, quali l’Armeria Reale di Torino, il Museo Martini di Pessione, il Regio Collegio di Moncalieri, il Castello di Agliè, i musei archeologici di Cuneo, Asti, Biella, Novara ecc.
Conclude il volume un’appendice dedicata all’aspetto ancora inedito della diffusione ottocentesca del gusto “all’etrusca”, legato, nel Piemonte sabaudo, a valori culturali che, alimentati dalle fonti antiche, identificavano gli Etruschi come la prima potenza italiana estesa per terra e per mare (quindi precedente al dominio di Roma).
Questi richiami, sul piano artistico, si manifesteranno in uno stile molto in voga in Europa e anche alla corte sabauda parallelamente al grande sviluppo del gusto egittizzante.
Testimonianze esemplari in Piemonte di questo filone decorativo “all’etrusca” sono il pregevole “gabinetto etrusco” di Racconigi (ideologicamente concepito dal Palagi per rispondere alle aspirazioni unitarie dell’Italia del re Carlo Alberto); l’ariosa “sala etrusca” di palazzo Grosso di Riva presso Chieri e il policromo “ingresso etrusco” dell’Accademia Reale di Agricoltura di Torino.
Info:
Fondazione per l’Arte della Compagnia di San Paolo, Via Lagrange, 35 – 10123 Torino Tel: 011-5118799 / 5118799 – E-mail: info@fondazionearte.it
Il volume è distribuito da ALL’INSEGNA DEL GIGLIO – www.edigiglio.it