In verita’ un altro problema che gli esperti britannici del settore dovranno risolvere.
Pare comunque che gia’ essi siano al lavoro come e’ tradizione del paese sempre interessati alla civilta’ e alla storia romana con grande entusiasmo e impegno.
A piece of a marble statue discovered at a Roman site in Sussex could be one of only three in existence depicting the Emperor Nero.
Inizia così un servizio pubblicato dal TELEGRAPH, uno dei più noti giornali britannici, seguito da un buon numero di testate estere attratte e incuriosite dalla notizia del ritrovamento fatta di recente in un palazzo Romano del West Sussex. Qui in Italia probabilmente un ritrovamento del genere passerebbe inosservato o quasi, per vari motivi, uno dei quali è il gran numero di reperti simili che sono ammucchiati nei nostri musei, o peggio negli scantinati dei musei.
E’ purtroppo una forma di assuefazione omeopatica, almeno personalmente così la definisco, per cui i ritrovamenti archeologici del nostro passato non fanno più sensazione, non colpiscono la massa.
All’estero, invece, e in Gran Bretagna in particolare, ogni minimo ritrovamento che riguardi la presenza dei Romani sul suolo della Britannia Romana, mette in moto studiosi, appassionati del mondo antico, amministratori locali, studenti, uomini politici e così via, entusiasti che un frammento pur piccolo del passato venga tolto dall’oscurità e valorizzato al massimo.
Nei miei passati interventi ho spesso avuto occasione di trattare questo argomento, parlando di scavi e ritrovamenti sul suolo britannico di testimonianze relative alla civiltà romana che vanno dagli ancora poderosi e stupefacenti resti del Vallo Adriano ai numerosissimi resti di insediamenti Romani, di strade e fortini che servivano alle legioni Romane per il controllo del territorio e per assicurare il pacifico e regolare svolgersi della vita delle comunità locali, e quindi il commercio locale.
Di fronte ad ogni ritrovamento, sia che fosse casuale o connesso ad un regolare piano di ricerca, ho sempre ammirato questo senso di meraviglia e stupore della gente britannica, un senso di rispetto religioso per una civiltà che ha contribuito al progresso e alla evoluzione di questo paese in un arco di tempo di quasi 4 secoli.
E della civiltà Romana, posso ben dirlo ad alta voce, il popolo Inglese ha dimostrato di aver conservato molte tracce tuttora evidenti nel costume, nelle leggi, nella mentalità.
Per quanto riguarda il servizio del TELEGRAPH, al quale fanno eco gli articoli riportati qui i seguito, faccio notare quanto impegno ed entusiasmo è stato applicato nell’analisi e nello studio di questo che in sostanza un frammento della intera statua allo scopo di accertare se davvero esso facesse parte della statua di Nerone giovane, di cui esistono altri esemplari simili in Italia. In questo caso è da sottolineare l’enorme aiuto che viene fornito agli studiosi dalle moderne tecniche di rilevazione e analisi al laser, grazie a strumenti modernissimi di ricerca.
In un successivo intervento su questo stesso argomento di archeologia sottoporrò alla vostra attenzione un filmato che documenta passo passo come si sta procedendo all’analisi del reperto.
Fonte: Guide.SuperEva.it, 19/10/2009