È stato riaperto dopo la ristrutturazione curata dalla Soprintendenza per i Beni archeologici della Provincia autonoma di Trento il Museo Retico di Sanzeno, al centro della Valle di Non. che conserva anche le testimonianze del passaggio dei Goti e dei Longobardi e del periodo medievale.
Il Museo è collocato in un edificio, realizzato nel 2003 dal trentino Sergio Giovanazzi, che occupa la spianata a sinistra della strada panoramica in direzione del passo della Mendola.
Qui sono esposti i tanti reperti emersi, dagli anni Venti del secolo scorso, da numerose campagne di scavo che hanno permesso di ricostruire la lunga storia della valle.
L’Anaunia, chiamata così dal suo fiume Noce – che gli abitanti preferiscono chiamare Nós -, fu abitata sin dall’XI millennio a.C., e assunse importanza grazie ai Reti, indigeni pre-indoeuropei che vivevano come in una piccola Svizzera: piccole comunità indipendenti, allevamento e agricoltura a volontà, campi e pascoli in comune e interessanti forme di autogoverno assembleare.
Abili nel lavorare il ferro, enologi ante litteram (famoso il vino che producevano), erano politeisti ed utilizzavano un alfabeto di tipo etrusco.
E la loro fierezza, pur essendo per natura pacifici, era nota tanto che i romani dovettero investire parecchi anni ed un paio di guerre prima di riuscire ad averne ragione alla fine del I secolo a.C.
La loro epopea, tuttavia, non finì, come dimostrano certi usi e costumi – a cominciare da alcuni “trucchi” nella costruzione delle abitazioni – che ancora oggi, dopo millenni, si riscontrano in loco. L’allestimento del museo, opera di Maurizio Buffa, ci conduce attraverso un suggestivo “pozzo del tempo” in una spirale tra i millenni mostrandoci l’evoluzione della valle tramite attrezzi per il lavoro agricolo, oggetti di culto, statue, corredi funerari, cimeli di bronzo, epigrafi e testimonianze della diffusione del Cristianesimo.
Info:
Museo Retico – Via Nazionale, 50 – Sanzeno (Trento)
Info: 0463 434125
Link: http://www.comune.sanzeno.tn.it