LA KYLIX di Eufronio ritrova un altro tassello.
Un ritrovamento importante messo a segno dal Nucleo Tutela Patrimonio Culturale dei Carabinieri e presentato ieri, nella sede di via Anicia, dal colonnello Raffaele Mancino, da Anna Maria Moretti della soprintendenza per i beni architettonici dell’Etruria Meridionale e da Marina Sapelli Ragni della sovrintendenza per i beni archeologici del Lazio.
Il celebre vaso, che già in passato era finito nel bersaglio del mercato clandestino, ha rischiato un’ altra mutilazione: il tassello era stato trafugato nella zona archeologica di Cerveteri da due volontari di un gruppo legato alla sovrintendenza.
Sono stati proprio i due, A.R. idraulico cinquantenne e C.V., anni 60, a denunciare il ritrovamento, probabilmente nella speranza di ottenere un compenso.
Ma la versione dei due non convinceva i militari che hanno aperto un indagine durata circa sei mesi. E l’operazione, soprannominata “Eufornio 2” ha portato al ritrovamento, nelle loro abitazioni, di migliaia di reperti archeologici, per un valore complessivo di un milione di euro.
A questa indagine se ne sono affiancate altre due, più o meno nello stesso periodo. La “Rutuli” che si è concentrata nella zona di Ardea e Aprilia.
E infine Roma, con l’operazione “Fortuna” che si è occupata di un traffico internazionale di reperti archeologici esportati clandestinamente. Denunciati per ricettazione un collezionista capitolino e la moglie: in casa avevano statue di legno del Cinquecento rubate nel 1985 a Palazzo Cimajuvalta Visconti di Modrone, in provincia di Sondrio, e una scultura che, nel 2006, era sparita dal Palazzo baronale di Nolli, in provincia di Chieti.
Le opere sequestrate, che si aggirano su un valore di 300 mila euro, erano state acquistate dal noto commerciante d’arte Gianfranco Becchina.
Fonte: La Repubblica Roma, 07/06/2008