Il versante collinare restituisce importanti reperti archeologici di epoca romana. La scoperta nel corso dei lavori per la prevenzione del rischio idrogeologico, quando alcuni volontari del Gruppo Archeologico Terra di Palma si sono accorti della presenza di importanti tracce del passato.
In località San Pantaleone, nei pressi del boschetto comunale, in un’area di circa mille metri quadri è stato possibile riconoscere un insieme di forme murarie caratterizzate da blocchi squadrati di calcare di medie dimensioni misti a malta. Strutture ad arco parzialmente ricoperte da terra, che sembrano collegare ambienti confinanti. Lungo il muro nord, in prossimità dell’arco, sono anche visibili resti di intonaco bianco con una parete portante che si mostra per una ventina di centimetri.
Ai piedi della collina, non molto distante dal ritrovamento, è situato un grosso blocco, presumibilmente crollato dalla stessa struttura. Durante la ricognizione i volontari hanno anche recuperato materiale edilizio, tra cui frammenti di tegole, coppi, mattoni e intonaci colorati. Sono stati rinvenuti pure pezzetti di ceramiche, coperchi e piatti, insieme con pochi resti faunistici: due frammenti di tartaruga e uno di osso.
Ma non è tutto. In località Montetto, nella frazione Vico, è venuto alla luce interessante materiale da crollo: cocci e pezzi di tegole in laterizio, frammenti di vasi ed un interessante coperchio di sepoltura di tarda epoca romana.
Dei rinvenimenti sono stati messi a conoscenza Giuseppe Vecchio e Vito Luongo dell’ufficio di Nola della soprintendenza archeologica dove è stato poi consegnato il materiale rinvenuto.
«Ci auguriamo che questi ulteriori rinvenimenti di strutture murarie, databili ad epoca romana, possano aprire nuovi orizzonti di sviluppo culturale ed ambientale per la nostra cittadina – sottolinea Luigi Sorrentino del gruppo archeologico Terra di Palma – ciò sarà possibile solo se le istituzioni e la società civile prendono atto di una nuova cultura di tutela e salvaguardia del patrimonio archeologico esistente lungo il versante collinare che va dal Vallone di Ajello alla località Montetto a Vico. Un appello sentiamo di lanciarlo all’ufficio urbanistico del Comune – aggiunge Sorrentino – affinché vincoli gli scavi delle nuove costruzioni sia pubbliche che private in questa zona ad un preventivo parere della Soprintendenza ai Beni archeologici per evitare la distruzione di tante preesistenze storiche che il nostro territorio ancora conserva».
Fonte: Archemail Newsletter 01/02/2008