Dalla sabbia di Tell Mardikh affiora, per la prima volta, l’oro dell’antica Ebla.
La missione archeologica della Sapienza guidata dal professor Paolo Matthiae ha infatti riportato alla luce, dopo oltre due mesi di scavi, una coppia di statuette femminili probabilmente appartenenti al medesimo gruppo scultoreo: l’ultima regina di Ebla, in argento e legno, rende omaggio alla statua in oro di una sovrana defunta, forse divinizzata.
La ultime scoperte dalla Siria sono state illustrate nel corso del seminario Da Ebla a Pyrgi che si è svolto questa mattina alla Sapienza con la partecipazione dei maggiori archeologi italiani e stranieri.
Dell’esistenza delle due effigi gli studiosi già avevano avuto notizia dai testi rinvenuti nel Palazzo reale degli Archivi risalente al periodo glorioso della città tra il 2400 e il 2300 a.C ma non avevano mai avuto riscontro negli scavi.
Le statue, realizzate con una raffinata tecnica miniaturistica, sono quasi intatte: una è in argento legno e steatite, l’altra in calcare, legno oro e diaspro e testimoniano l’altissimo livello delle produzioni artistiche della Siria della seconda metà del III millennio a.C.
Nel corso della stessa missione archeologica è stato quasi completamente riportato alla luce il Tempio della Roccia con le sue strutture in mattoni crudi alte fino a 3 metri e mezzo. Il santuario rappresentava il luogo di partenza del grande rituale della regalità scoperto in diverse redazioni negli Archivi Reali.
È in questo tempio che la regina, dopo aver trascorso la notte fuori dalle mura, incontrava lo sposo dando inizio alle cerimonie che duravano tre settimane.
Info:
professor Paolo Matthiae
Tel. 0649910021 – 348 8097606