E’ un museo giovane quello che, a Magonza, ospita la storia della marineria romana.
Gli scavi per l’ampliamento di un hotel portarono alla luce, nei primi anni ’80, i resti di cinque navi di epoca tardo-imperiale: questa scoperta costituì la base per la creazione di un centro di ricerca il quale, istituito all’interno di un’antica officina per locomotive, in un primo momento studiò i reperti in qualità di sezione del Roman Germanic Central Museum. La trasformazione in Museo indipendente e specifico avvenne alla fine del 1994, con l’obiettivo di offrire al pubblico uno sguardo d’insieme su diversi aspetti legati al mondo navale dell’antica Roma: tradizionali tecniche costruttive, riferimenti iconografici, strutture gerarchiche ed organizzative.
Il fulcro dell’esposizione è costituito dalle cinque navi rinvenute sulla riva destra del Reno che, secondo l’analisi dei rispettivi scafi, sono state classificate come navi militari; si tratta di vascelli che presentano alcune differenze tra loro ( principalmente relative alla lunghezza complessiva e al pescaggio), ma tutti erano probabilmente destinati al trasporto delle truppe e ad una specifica azione di perlustrazione lungo il confine renano della Germania superiore. Come appare chiaro agli occhi del visitatore, i vascelli non sono sopravvissuti nella loro interezza: si è però provveduto a ricostruire alcune copie fedeli di quelli che dovevano essere stati gli originali, utilizzando una scala 1:1 e facendo ricorso, per le parti mancanti, non solo ad elementi chiave dei relitti stessi (tracce di chiodi, incastri) ma anche a immagini presenti, per esempio, nei mosaici, negli affreschi o sulle monete.
Una sezione del museo è dedicata all’esposizione di rilievi di epoca romana che presentano raffigurazioni di navi: l’intento è quello di mostrare sia la varietà, sia il grado di sviluppo che si raggiunse nella loro costruzione. Uno splendido esempio, in questo senso, è costituito dai rilievi di ambito navale presenti nella Colonna Traiana, dei quali vengono esposte alcune copie.
Cippi, altari dedicatori, basi di statue, iscrizioni, costituiscono un’altra parte importante della collezione e consentono di focalizzare l’attenzione non solo sui rapporti gerarchici tra i membri della flotta romana, ma anche su quelle che dovevano essere le strutture della flotta stessa e le mansioni durante i periodi di pace; alcuni pannelli aiutano a ricostruire il periodo storico e l’ambito in cui le navi furono operative, ovvero il IV secolo d.C. L’invasione dei Germani del 407 costrinse le truppe romane ad abbandonare la zona del Reno e i velieri che qui stazionavano, determinandone la storia successiva che portò, infine, all’inabissamento.
Un’ulteriore sezione del museo è costituita dal laboratorio-cantiere sito all’interno dello stesso padiglione espositivo, nel quale operano alcuni maestri d’ascia: il lavoro di studio e ricostruzione viene infatti incrementato costantemente, e rientra in un progetto finanziato dal Governo Federale e dalla regione della Renania-Palatinato.
Info:
Museum fur Antike Schiffart – Neutorstrasse 2 b – D-55116 Mainz
Tel. +49 (0)6131 286630 – Fax +49 (0)6131 2866324
Apertura: da martedi a domenica 10.00/18.00; chiuso il lunedi
Ingresso libero.
Mail: ritaerminia@tiscali.it
Autore: Rita Palandrani
Cronologia: Arch. Romana