La storia
Il più famoso monumento della preistoria, Stonehenge, potrebbe non essere ciò che gli archeologi hanno sempre pensato che fosse: il cerchio di pietre di 4600 anni fa sta per conoscere una vera e propria rivoluzione.
Fino ad oggi si ripeteva che all’antico complesso religioso avessero accesso unicamente i sacerdoti e che il popolo ne fosse escluso. Adesso, invece, Timothy Darvill, ex presidente dell’Istituto Britannico degli Archeologi, suggerisce che il sito fosse un importante centro di guarigione e anche sede di un oracolo e che, quindi, fosse preso continuamente d’assalto da folle di pellegrini da tutto il mondo preistorico.
La sua analisi – raccolta nel saggio di imminente pubblicazione “Stonehenge: The Biography of a Landscape” – raccoglie diverse prove considerate decisive.
Le fonti fatate
Prima di tutto sostiene che Stonehenge fosse strettamente associata ad alcune sorgenti, mentre finora non si era dato grande peso al fatto che il sito fosse collegato da una strada professionale di tre chilometri con il Fiume Avon. Il professore – che è capo del dipartimento di archeologia alla Bournemouth University – è convinto che, prima ancora del completamento della grande via, fosse stato costruito un sentiero di circa 500 metri per mettere in comunicazione Stonehenge con una sorgente che si trova nella valle nota come Stonehenge Bottom. Così si spiegherebbe per la prima volta perché il percorso professionale non segua un tracciato diretto.
C’è inoltre il fatto che tutti gli 80 monoliti utilizzati per la prima fase della costruzione di Stonehenge (intorno al 2600 a.C.) siano stati trasportati dalla catena delle Preseli Mountains, nel Sud-Ovest del Galles, a quasi 300 chilometri dall’area. Ciò significa, secondo l’analisi del professore, che ci fosse un motivo specifico per spingersi così lontano e impiegare una forza lavoro tanto estesa: la scelta, evidentemente, si basava sulle presunte qualità magiche di quelle rocce.
Pozzi sacri
Le ricerche in Galles – in collaborazione con un altro archeologo, Geoffrey Wainwright – hanno infatti rivelato che per migliaia di anni le montagne Preseli hanno ospitato un gran numero di centri magici di cura. In particolare, fonti e sorgenti – che si riteneva emanassero straordinari poteri terapeutici – furono venerate per millenni, e le loro aree circostanti costantemente ingrandite. Ed è probabile che molti santoni si siano installati tra le rocce per creare decine di pozzi sacri. Secondo le ultime ricerche sul campo condotte da Darvill, questa catena presenta la più alta concentrazione in assoluto di centri di cura di tutto il Sud-Ovest della Britannia e doveva raccogliere almeno 30-40 pozzi.
Questa, quindi, sarebbe per la ragione per cui i costruttori di Stonehenge decisero di spingersi tanto lontano per ottenere la materia prima necessaria al loro gigantesco monumento.
Darvill, inoltre, ritiene che i poteri terapeutici che attribuisce a Stonehenge siano dimostrati da una lunga serie di miti e di racconti folklorici, comprese le leggende del Ciclo Arturiano, raccolto dal cronista medievale Geoffrey of Monmouth: tutti narrano che il grande cerchio di pietre fosse un luogo particolare per guarire i malati e che i monoliti fossero stati trasportati dal Mago Merlino proprio per le loro qualità magiche.
Non a caso, quelle rocce sono state venerate come entità quasi soprannaturali fino a tutto il XVIII secolo: moltissimi visitatori, infatti, ne scalpellavano dei frammenti per poterli portare con sé come talismani protettivi.
Scheletri preistorici
E’ significativo, d’altra parte, che una ricerca di Darvill attualmente in corso su una serie di scheletri di età preistorica, seppelliti proprio nell’area di Stonehenge, stia rivelando che una percentuale abnorme presenti malattie e traumi.
Il sito, quindi, doveva essere l’equivalente preistorico di Lourdes, affollato da gruppi di pellegrini del Neolitico e dell’Età del Bronzo, provenienti sia da tutta la Britannia sia dall’Europa continentale. Non a caso, il professore sottolinea che sono state riportate alla luce grandi quantità di piccoli oggetti esotici e di monili, originari di molte zone del continente e anche del mondo mediterraneo.
Non solo. Stonehenge potrebbe aver incrementato la propria forza d’attrazione imponendosi come centro oracolare. Darvill è convinto che il monumento di pietra fosse un tempio dedicato al dio del Sole, proprio come fu descritto da una celebre fonte classica, lo storico del I secolo a.C. Diodoro Siculo, che utilizzò come fonte il geografo greco del IV secolo Ecateo di Abdera. Come prova ulteriore ci sarebbe una leggenda: il mito narra che l’oracolo greco di Delfi fosse attivo soltanto per una parte dell’anno, perchè per tre mesi – intorno al solstizio d’inverno – la sua divinità protettrice (il dio Sole Apollo) emigrava nella “Terra degli iperbori” (letteralmente “la terra del popolo oltre i venti del Nord”), che è tradizionalmente identificata proprio con la Britannia.
I solstizi
E’ significativo che il cerchio di Stonehenge sia allineato con i due solstizi, quello invernale e quello estivo. “Queste prove che abbiamo raccolto ci hanno permesso di elaborare un’interpretazione completamente nuova sulle ragioni della costruzione di Stonehenge e sui motivi della sua popolarità – dice Darvill -. Si spalancano così nuove strade per ulteriori indagini, che adesso devono essere approfondite, anche in relazione con il paesaggio che circonda Stonehenge”.
Info:
I dati
Un simbolo: Stonehenge è il più celebre monumento megalitico del Neolitico e dell’Età del Bronzo.
Dove si trova: Sorge in Gran Bretagna, vicino ad Amesbury, nella contea del Wiltshire, a 13 chilometri da Salisbury.
La costruzione: Il monumento è stato realizzato e modificato nel corso di almeno 2 mila anni, a partire da una trincea circolare fino a una serie di strutture in legno e poi al celebre cerchio di pietre colossali, come appare oggi.
A quando risale: Gli archeologi ritengono che i grandi monoliti siano stati eretti in un’epoca compresa tra il 2600 e il 2000 a.C., ma i primi lavori di scavo dell’area datano al 3100 a.C. E i primi segni di insediamento all’8000 a.C.
L’allineamento: Gli archeoastronomi studiano da tempo il sito in rapporto alle stesse e ai pianeti: è ormai assodato che la struttura fosse allineata con i solstizi d’inverno e d’estate.
Scienza e fanatismo
Le date magiche sono il 21 giugno e il 21 dicembre.
Stonehenge attira da sempre non soltanto folle di turisti, ma masse crescenti di “fedeli”, che lo ritengono un luogo magico, visitato in epoche diverse da entità extraterrestri. Negli ultimi anni i seguaci della New Age, della geomanzia e del Neopaganesimo l’hanno elevato a luogo di culto, in particolare durante i solstizi.
Gli archeologi studiano il sito da oltre due secoli
I primi scavi ufficiali nel sito risalgono al 1798, quando William Cunnington e Richard Colt Hoare indagarono uno dei megaliti caduti. Ma è solo dall’inizio del ‘900 che sono state portate avanti campagne sistematiche, fino all’ultima del professor Timothy Darvill della Bornemouth University.
Fonte: La Stampa 29/09/2006
Autore: David Keys
Cronologia: Preistoria