Misa, la città etrusca che sorgeva nell’area corrispondente oggi a Marzabotto (Bo), ha un nuovo nome: “Kainua”, la nuova.
Lo attesta un’iscrizione ritrovata nel frammento di un vaso, rinvenuto in una fossa insieme ad altri materiali che probabilmente servirono per un rito propiziatorio.
Ultima novità emersa dagli scavi condotti da anni dagli archeologi dell’Università di Bologna, guidati da Giuseppe Passatelli.
“Il ritrovamento è importante e conferma la tesi, avanzata fin dagli anni ’60, che Misa non fosse il nome reale della città”, spiega Passatelli, “Possiamo invece essere sicuri che la nuova denominazione giusta sia Kainua, perché si accompagna alla particella locativa “ti”; una denominazione “parlante”, che ci fa capire come gli etruschi considerassero innovativa questa città. E lo era dal punto di vista dell’impianto urbanistico, centro importante per l’intensa coltivazione di cereali e snodo di collegamento tra gli impulsi culturali provenienti dal Mediterraneo verso il Nord Europa”. Ma questa non è l’unica scoperta rilevante.
“Abbiamo rivenuto poi le tracce di un edificio di culto, un tempio risalente al 520 a.C., di grandi dimensioni (25 metri di lato)”, aggiunge ancora Passatelli, “con ogni probabilità dedicato alla massima divinità del pantheon etrusco, curiosamente collocati in pieno centro città e non su un monte, quasi fosse un dio molto vicino alla popolazione”.
Infine, ultima novità, da alcuni mesi è operativa, presso il Dipartimento di Archeologia dell’Università, la sezione bolognese dell’Istituto Nazionale di Studi Etruschi e Italici, con la denominazione di Sezione dell’Etruria Padana e dell’Italia Settentrionale.
La Fondazione della Cassa di Risparmio di Bologna sostiene con fondi triennali le attività di scavo e il Museo di Marzabotto e ora si qualifica come Ente sostenitore delle attività della Sezione.
Fonte: Il Giornale dell’Arte 01/07/2006
Autore: Paola Naldi
Cronologia: Arch. Italica