Venticinque persone sono indagate dalla procura della Repubblica di Roma nell’ambito di una inchiesta legata al recupero di reperti archeologici che provengono da scavi clandestini o che sono conseguenti a transazioni illecite.
Gli accertamenti, condotti dal nucleo regionale di polizia tributaria del Lazio della guardia di finanza (gruppo tutela del patrimonio archeologico), sono coordinati dal pm Paolo Ferri, in questi mesi impegnato come rappresentante della pubblica accusa nel processo che vede imputati l’ex curatrice del “Paul Getty Museum” di Los Angeles, Marion True, e l’intermediario svizzero Robert Hecht, accusati a vario titolo di ricettazione di beni italiani esportati clandestinamente, omessa denuncia di reperto e di reati specifici relativi al commercio di pezzi archeologici.
Ricettazione e violazione della legge 1089/39 che tutela “le cose di interesse artistico o storico” sono i reati contemplati nella nuova indagine che punta a individuare chi “ha illecitamente acquisito, ricevuto o detenuto a scopo di profitto reperti archeologici non denunciati alla competente soprintendenza”. Su ordine del magistrato le fiamme gialle nelle scorse settimane hanno eseguito numerose perquisizioni tra il Lazio e la Toscana.
Molti gli oggetti, alcuni anche risalenti al periodo etrusco-corinzio, posti sotto sequestro (piatti di ceramica, coppe ioniche, calici, frammenti di vasellame, brocchette) dopo essere stati rinvenuti nei posti piu’ impensati, come i ripostigli delle camere di abitazioni private o nei garage. Sul valore dei beni sono in corso i riscontri degli investigatori che stanno esaminando una corposa documentazione cartacea che potra’ essere utile per capire come si sviluppa il traffico illecito di opere d’arte nel nostro paese.
Fonte: La Repubblica 27/04/2006