Diversi villaggi furono completamente sommersi dalle ceneri, come Pompei.
L’eruzione del monte Tambora, avvenuta nel 1815 sull’isola di Sumbawa, nell’Arcipelago indonesiano, fu una delle più catastrofiche della storia dell’umanità. Sterminò 117.000 persone e distrusse il piccolo, omonimo regno.
Dopo 20 anni di ricerche, Haraldur Sigurdsson, uno studioso dell’Università del Rhode Island, è riuscito a localizzare i primi resti di un villaggio tamboriano rimasto sepolto sotto tre metri di cenere.
All’interno di una casa venuta alla luce ha scoperto anche i resti di due adulti, utensili di bronzo, vasi di ceramica e svariati altri manufatti, le cui decorazioni indicano una stretta parentela con quelle in uso in Vietnam e Cambogia. Questi reperti sono tuttavia solo il primo assaggio di una campagna di scavi di quella che Sigurdsson definisce “la Pompei del Sud-Est asiatico”.
Resoconti storici riferiscono che il regno di Tambora fosse famoso nelle Indie orientali per la sua produzione di miele, essenze vegetali per tinture, sandalo e per i suoi cavalli.
Fonte: Le Scienze on line 28/02/2006