Nuove scoperte archeologiche nella fascia montana che va da Nimis a Faedis. Di recente, infatti, l’Associazione naturalistica friulana di Tarcento ha individuato quello che potrebbe essere un rifugio preistorico.
Non si tratta di una grotta, come le note San Giovanni d’Andro e Cjondar dai Pagans, ma di una vera e propria “casa”, realizzata con pietre a secco. La costruzione è a forma circolare, con ingresso da terra seminascosto sul retro. Si trova a ridosso dell’abitato di Porzûs, sopra Attimis.
“È certamente un rifugio molto antico – dice il presidente Giordano Marsiglio che ha individuato il nascondiglio -. La sua età potrebbe essere la stessa delle incisioni rupestri rinvenute qualche anno fa a Bocchette Sant’Antonio, in prossimità di Canebola, sopra Faedis. Si parla un periodo compreso tra il 3.000 e il 2.800 a. C.
Questa zona montana, che mette in comunicazione due vallate, è strategica. Con ogni probabilità fu scelta dai nostri antenati per stabilire presidi, cacciare e vivere”. La “casa” preistorica sarà presto oggetto di studi approfonditi. (…) “Il mistero della casa preistorica – dice Marsiglio – si affianca a quello dei tanti tumuli che costellano il paesaggio di Porzûs. Si tratta di sorta di collinette che da anni attirano l’attenzione non solo dei pochi residenti ma anche di studiosi di archeologia.
Potrebbe trattarsi di ammassi di pietre poi coperte da terra e quindi dalla vegetazione. Conci usati per la costruzione dei castelli. A mio avviso, infatti, questi che molti chiamano tumuli celtici, sono invece di epoca medioevale”.
L’esistenza di rilevi “anomali” era stata segnalata molti anni fa dal comitato di Faedis che tutela la zona “Foran di Landri”. Allora si era ipotizzata però una funzione diversa: tombe antichissime, la cui storia era ancora tutta da scoprire.
Di seguito, lo stesso gruppo aveva annunciato la scoperta delle incisioni rupestri di Bocchette Stant’Antonio. L’autenticità di quei graffiti, oggi coperti per sicurezza da sabbia e teloni, era stata confermata da uno dei massimi studiosi delle incisioni rupestri della Valcamonica. “La casa di Porzûs – osserva Marsiglio – si inserisce senza fatica all’interno di questo quadro preistorico. Una testimonianza importantissima per tutto il territorio friulano. Se confermata, infatti, potrebbe essere unica in regione”.
Costruzioni del genere sono state rivenente in altre zone d’Italia: stesse tipologie edificative, stessa forma, stesso isolamento dai centri abitati che ha permesso la loro conservazione nel corso dei millenni.
Autore: Paola Treppo
Cronologia: Preistoria