Il ritrovamento, davanti al Marconi, durante gli scavi per l’interramento di una vasca antincendio. Forse era dedicato alla dea Concordia. Rimaste le fondamenta vicino a S.Giustina.
A testimoniare ieri l’eccezionalità della scoperta di via Manzoni, nel terreno antistante l’istituto “Marconi-Natta”, c’era Maurizia De Min, sovrintendente ai Beni archeologici del Veneto, assieme all’assessore provinciale Luciano Salvò, all’ ingegner Virgilio Razzetti, all’ architetto Nicola Gennaro, direttore delle operazioni di scavo e all’archeologo Alberto Vigoni. Ad un livello di circa un metro e mezzo di profondità sono state infatti trovate le fondamenta di un tempio romano, il primo a riemergere dalle viscere della terra padovana, a due passi dalla basilica di Santa Giustina, dove alcuni studiosi avevano supposto l’esistenza del tempio alla dea Concordia.
“Durante l’esecuzione degli scavi per l’interramento d’una vasca antincendio – ha detto Maurizia De Min – è stata portata alla luce la struttura di fondazione di un tempio risalente a Padova romana. La struttura, a pelo di piano del calpestio del parcheggio del “Marconi”, non aveva molto interro sopra. Si tratta di una struttura quadrangolare di metri 13,60 di lunghezza e 10,60 di larghezza con un avancorpo costituito da una scalinata di accesso rivolta verso nord-ovest e quindi verso il centro della città antica. L’ottima tecnica costruttiva, che ce la fa datare a metà del II secolo dopo Cristo, è costituita da tre spessori: il primo, partendo dal più profondo, è realizzato in pietre, il secondo con piccoli blocchi irregolari, propri della tecnica del “reticolatum” e infine da una fascia di blocchi regolari sopra cui sono palesi le tracce di mattoni sui quali trovava posto l’alzato. L’edificio, monumentale, ad uso pubblico, constatato lo spessore delle mura (oltre 1 metro e mezzo), potrebbe rispondere alla tipologia del tempio. Probabilmente i materiali di cui era costituito sono stati reimpiegati, usanza diffusa fino al XIII secolo, per la costruzione del nucleo originario della chiesa di Santa Giustina. Non ci è possibile datarlo con precisione perché non è stata rinvenuta nessuna traccia di materiale all’interno. Durante lo scavo sono stati tuttavia trovati resti di vasellame, di pavimentazione e il basamento di una colonna. Relazioni di scavi, effettuati nei pressi, negli anni 1980-81, parlano del ritrovamento d’una moneta dell’imperatore Antonio Pio (138-168) e del drenaggio con presenza di anfore, ragion per cui ci serve ulteriore materiale e il conforto della documentazione degli storici. L’edificio era vicino allo Zairo (il teatro romano) ed era ubicato in area extraurbana, dove venivano eretti edifici pubblici, quali santuari e terme”.
“L’intervento della Provincia – ha detto l’assessore Salvò – a vantaggio del plesso scolastico ci ha fatto imbattere in questa grande sorpresa, il terzo edificio pubblico di epoca romana di maggior interesse, dopo l'”Arena” e lo “Zairo”. Metteremo in sicurezza l’area con una palancolata, a proteggere lo scavo verso via Manzoni, proseguendo nelle ricerche e andando a trovare le risorse necessarie per effettuare una bella operazione. Contiamo poi di rendere visibile quest’area archeologica alla città e ai turisti”. “Occorreranno – dice l’ingegner Virgilio Razzetti della Provincia – circa 100 mila euro, ma vale la pena spenderli”. L’architetto Alberto Vigoni chiude: “La struttura va a finire sotto il marciapiedi di via Manzoni e ci dispiace di non poterla portare alla luce nella sua interezza”.
Fonte: Il Gazzettino Padova 26/07/05
Autore: Alfredo Pescante
Cronologia: Arch. Romana