La notizia è di questi giorni e contribuisce a chiarire alcuni aspetti riguardanti l’area dove sorgevano i principali edifici pubblici di Iulium Carnicum (attuale Zuglio), la città romana situata lungo uno dei percorsi di collegamento tra Aquileia e il Norico.
Un intervento di controllo risalente a qualche giorno fa effettuato a Zuglio, pianificato e concordato tra il Comune e la Soprintendenza per i Beni Archeologi del Friuli, ha permesso di riportare alla luce un enorme edificio, con pavimenti a cocciopesto e mosaico, forse annesso al complesso termale che si estendeva subito a nord-est del porticato del Foro. La scoperta dell’edificio risale al 1874, anno in cui Giovanni Gortani, attento studioso di antichità carniche, decise di seguire delle operazioni di bonifica del terreno. Lo scavo fu riaperto nel 1941 dalla Soprintendenza Archeologica di Padova e in quella occasione fu scoperta la vasca del frigidarium, larga 7.40 metri e lunga 9.60 metri.
Il complesso, costruito negli anni centrali del I secolo d.C., testimonia una sequenza di ambienti a pianta rettangolare articolati su un unico asse, che richiamano il percorso termale del frigidarium-tepidarium-calidarium. Si tratta di un percorso termale semplice che compare a Pompei nel II secolo a.C. nelle Terme Stabiane e che si trova ampiamente diffuso nei secoli successivi anche al di fuori dell’Italia.
Un’altra possibilità è che si tratti invece di un altro edificio, sempre a destinazione pubblica, da collegarsi alle murature messe in luce nel corso di un breve intervento nel 1914 e riferite in via di ipotesi alla sede dell’ ordo decurionum.
Fonte: CjargneOnLine 05/09/05
Cronologia: Arch. Romana
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