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MORES (Ss): Cade a pezzi la tomba degli antenati. A rischio il patrimonio archeologico della Valle dei nuraghi.

Il sindaco Pasquino Porcu lancia un appello alle autorità nazionali e all’Unesco.

Il più grande dolmen della Sardegna si sta lentamente arrendendo ai suoi 4500 anni. A Mores, il dolmen Sa Coveccada rischia di crollare sotto il peso della sua storia. Per salvarlo Pasquino Porcu, sindaco del paese immerso nella Valle dei nuraghi, ha deciso di saltare le mezze misure: ha scritto direttamente al presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, e al premier Silvio Berlusconi.

Nel caso non fosse sufficiente, il primo cittadino ha indirizzato la lettera di allarme anche al ministero per i Beni culturali, al governatore della Sardegna Renato Soru, alla Provincia di Sassari, e perfino all’Unesco. Insomma, pur di non vedere polverizzato il monumento che gli studiosi catalogano come esempio unico in Sardegna ed eccezionale in tutto il bacino del Mediterraneo, Pasquino Porcu è pronto a mobilitare l’intera nazione. Di più, l’appello lanciato dal sindaco abbraccia tutto il mondo: “Chiedo che il dolmen Sa Coveccada sia riconosciuto come patrimonio dell’umanità, un riconoscimento che potrebbe includere tutta la Valle dei nuraghi”, ha scritto Porcu alle più alte figure istituzionali del Paese. “Purtroppo i segni del tempo stanno provocando una inesorabile degradazione della roccia trachitica del dolmen”.

“La roccia dura e compatta si sta trasformando in frammenti minuti e friabili che rischiano di compromettere la stabilità e l’esistenza stessa del monumento. Un monumento che ha un profondo significato nella storia dell’uomo e nell’identità della popolazione locale». Quasi una supplica quella di Porcu, deciso a giocarsi il tutto per tutto pur di non vedere un monumento simbolo sgretolarsi, cancellando 4500 anni di storia. Il dolmen di Sa Coveccada è descritto nei volumi di archeologia come uno dei più grandi edifici megalitici funerali presenti nell’Isola, una salto nel passato ritenuto eccezionale per tutto il Mediterraneo.

I dolmen, infatti, sono tombe collettive megalitiche, diffuse nell’Europa occidentale, ma specialmente in Bretagna. In Sardegna sono considerate piuttosto rare. Meno di cento gli esemplari censiti nella regione, niente se confrontati con le diffusissime tombe ipogeiche conosciute con il nome di domus de janas: migliaia in Sardegna.

Per il dolmen di Sa Coveccada il comune di Mores fa quel che può: “Se ne occupa una cooperativa del paese che la tiene in ordine e accompagna i turisti sul sito con visite guidate”, spiega Porcu. Ma non basta. “Purtroppo per raggiungere il sito esiste una sola strada che è uno schiaffo alla Valle dei nuraghi e ai millenni di storia che custodisce”, tuona il sindaco. Eppure la volontà di valorizzare il sito non manca, mancano i soldi: “Esiste un progetto finanziato con i Pia, i piani integrati d’area, anzi d’aria”, specifica il primo cittadino con il pallino dell’archeologia, “d’aria perché i finanziamenti basteranno a mala pena per acquistare il terreno su cui sorge il dolmen, e poi perché i soldi non si vedono mai”. E allora meglio rivolgersi ai piani alti, “chiedo un autorevole intervento affinchè una commissione specialistica possa studiare le cause del degrado della roccia e suggerire i possibili rimedi”.

Fonte: L’Unione Sarda 23/05/05
Autore: Vincenzo Garofano
Cronologia: Preistoria

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