Archivi

TORINO: Polemica su piazza San Carlo. Sgarbi: “Intervenga il governo”.

Lo storico d’arte si scaglia contro l’autorizzazione allo sgombero dei reperti. Dopo il ritrovamento dei resti il parlamentare vuole la lesta dei soprintendenti.

Le vestigia romane ritrovate durante gli scavi di piazza San Carlo hanno scatenato le ire del parlamentare Vittorio Sgarbi. Il deputato è pronto a presentare un’interrogazione per chiedere di cacciare i soprintendenti piemontesi Pronta un’interrogazione parlamentare. “Per far continuare i lavori hanno permesso lo sgombero delle aree archeologiche”.

”Farò un’interrogazione per chiedere al ministro di cacciare questa gente, così imparano a distruggere quello che trovano come se fosse roba loro”. Non si placa lo sdegno del parlamentare Vittorio Sgarbi, in prima linea nella battaglia innescata dal ritrovamento di vestigia romane e del Seicento durante gli scavi in piazza San Carlo e piazza Vittorio Veneto. Nel mirino dello storico d’arte ci sono le due soprintendenze piemontesi che, con l’autorizzazione della direzione generale per i Beni archeologici, hanno acconsentito allo sgombero delle aree archeologi-che affinché potessero proseguire i lavori di realizzazione dei parcheggi sotterranei. “A Torino – incalza Sgarbi – è già stato trasformato piazzale Valdo Fusi, facendo quell’orrore che hanno fatto, e ora vedo il rischio che ciò accada di nuovo”. Così il parlamentare ha deciso di alzare il tiro e, nella seduta di mercoledì scorso alla Camera, ha trovato spazio per un intervento al vetriolo intorno al caso dei reperti subalpini. “Nel giorno in cui i ministri giuravano – si legge nel resoconti) stenografico dell’assemblea -, a Torino una casa romana di 600 metri quadri veniva abbattuta”: una spina conficcata nel fianco del governo al momento delle dichiarazioni di voto per la fiducia. H un primo segnale al nuovo ministro per i Reni e le attività culturali, Rocco Buttiglione, con il quale Sgarbi poco dopo la riunione è andato a colloquio. Sulla questione venerdì è intervenuto anche il senatore Udc Maurizio Eufemi, con un’interrogazione allo stesso ministro in cui domanda di confermare o meno l’abbattimento della villa romana e, se così fosse, quali provvedimenti siano stati presi “per accertare ogni genere di responsabilità, sia diretta che indiretta”. Buttiglione non si è fatto attendere e già ieri l’altro ha fatto sapere di aver convocato la direttrice generale per i Beni archeologici, Annamaria Reggiani. Da lei il ministro riceverà a giorni un rapporto dettagliato sui ritrovamenti nelle piazze torinesi. Sulla base di quanto leggerà nel dossier Buttiglione deciderà persine se effettuare un sopralluogo in Piemonte, per verificare la situazione di persona, e comunque dall’analisi della documentazione dipenderà ogni passo successivo. Intanto sembra che sulle vestigia condannate a rimozione pesi anche un esposto alla Procura della Repubblica.

Secondo quanto riferito a suo tempo dalle stesse soprintendenze, quella per i Beni archeologici e quella per i Beni architettonici e del paesaggio, da piazza San Carlo sono affiorati residui di un impianto seicentesco, mentre bastioni, sempre di epoca barocca, insieme con tracce di un impianto agricolo romano hanno fatto capolino durante i lavori di scavo in piazza Vittorio Veneto. Di fronte ai ritrovamenti i responsabili dei due enti avevano disposto studi documentali e rilievi e infine avevano concordato di autorizzare (non senza il via libera di Roma) la rimozione, poiché il materiale non risultava di pregio tale da modificare il progetto originario dei cantieri.

Dalla loro si schiera l’ex assessore regionale alla Cultura, Giampiero Leo, appena rieletto consigliere a Palazzo Lascaris nelle fila di Forza Italia: “Le soprintendenze – afferma Leo – hanno agito con la consueta bravura, con capacità ed equilibrio e, pur essendo anch’io un sostenitore della conservazione e della valorizzazione più piene dei beni architettonici, in questo caso mi sembra si sia agito con razionalità. Non sarebbe stato sensato infatti – conclude Leo – bloccare lavori così importanti a fronte di reperti che altrettanto non si sono rivelati e che comunque sono stati catalogati e registrati a dovere. Per cui non se n’è persa traccia”.

Fonte: Il Giornale 01/05/05
Cronologia: Arch. Romana

Segnala la tua notizia