Bisturi, tenaglie, uncini, forcipi, leve ortopediche sono alcuni dei pezzi che formano il “corredo del chirurgo”, personaggio di origine greca, che operava nell’Ariminum (Rimini) del II e III secolo d.C., in una strana casa trapezioidale, con vista sul mare, ricavata dal peristylium di un’antica dimora, successivamente scomposta in più abitazioni.
Publio Decimo Eros Merula, viveva e lavorava in una domus a due livelli: al primo piano vi erano il piccolo cortile, la sala d’aspetto, lo studio, il triclinium (sala da pranzo) e il cubiculum (stanza da letto); mentre al secondo piano insistevano l’enorme dispensa e le cucine.
Anche se piccola, la “casa del chirurgo” era arredata e decorata con gusto, arricchita con pavimenti musivi (splendida è la raffigurazione dell’Orfeo che suona la cedra), affreschi parietali (con temi sia geometrici che figurativi) ed elementi di arredo sopraffini. Ma ciò che desta meraviglia è il complesso corredo di strumenti chirurgici (circa 150 elementi), con le attrezzature per la conservazione e la preparazione di medicamenti, che arredavano lo studio del chirurgo. Uno dei più cospicui corredi chirurgico-farmaceutici, di età romana, mai rinvenuto.
Dopo la metà del III secolo, la domus fu devastata da un terribile incendio, che tuttavia ha preservato, con il crollo dell’ultimo piano dell’edificio, parte dell’originale contenuto.
La casa del chirurgo, portata alla luce a partire dagli anni Novanta, con gli scavi di piazza Ferrari, rivive nel Museo Archeologico di Rimini, nella sezione dedicata alla Rimini Imperiale.
Ogni singolo ambiente della domus viene rappresentato attraverso l’armoniosa esposizione dei reperti in esso rinvenuti: dagli strumenti chirurgici, in bronzo e ferro, ai mortai con pestelli di varie misure, in marmo e in pietra; dal vaso terapeutico ad intercapedine conformato a piede, in ceramica, ai vasi graffiti per erbe medicinali, recanti sulla spalla lettere in greco graffite con le indicazioni dei rispettivi contenuti; dal coperchio di una cassetta medica in bronzo, con raffigurazione di Diana, al pannello decorativo con pesci, in vetro policromo.
Si tratta di un viaggio unico, la cui visione non può che destare meraviglia.
Autore: Antonio Merola
Cronologia: Arch. Romana