Nella valle di Bulaghi gli archeologi hanno ottenuto una proroga per esaminare il sito prima che venga sommerso con la creazione di una diga. Altrove, i loro colleghi non sono stati altrettanto fortunati.
Gli altalenanti progressi delle due principali operazioni di recupero archeologico attualmente in corso in Iran, dove la costruzione di una diga costituisce una minaccia per numerosi siti, ha portato alla ribalta i problemi affrontati da un paese diviso tra l’inevitabile spinta verso lo sviluppo e la modernizzazione e la salvaguardia delle sue importanti testimonianze storiche. In febbraio, archeologi di tutto il mondo sono giunti nella valle di Bulaghi, nella Provincia sud-occidentale di Fars, che verrà sommersa dalle acque del bacino idrico della nuova diga di Sivand. La vallata, ricca di vestigia archeologiche, si trova nei pressi dell’antica città di Pasargadae, capitale del regno di Ciro II, fondatore della dinastia achemenide e dichiarata nel 2004 dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità.
Nel corso di quest’anno sette o otto équipe provenienti da Francia, Italia, Polonia, Australia, Germania e Giappone presteranno la loro assistenza agli archeologi iraniani al lavoro sui principali tra i 130 siti identificati a un primo esame della valle, che coprono un arco temporale compreso tra la preistoria, il periodo achemenide e quello sasanide. Mohammad Talebian, direttore del Parse-Pasargardae Project, che si occupa del coordinamento dell’intervento di recupero, ha confermato che il Ministro per l’Energia ha consentito a rinviare di un anno l’invaso del bacino, ma i fondi a suo tempo promessi non si sono ancora visti.
L’operazione di salvataggio dovrebbe servire da modello per il futuro, dal momento che è in programma la costruzione di altre dighe.
In un paese dov’è praticamente impossibile fare un buco nel terreno senza imbattersi in resti archeologici, ma dov’è fondamentale controllare le risorse idriche, soprattutto alla luce degli otto anni di siccità che hanno colpito le regioni del sud-est, la sfida è quella di rendere consapevoli il Governo e l’opinione pubblica dell’urgenza di una adeguata campagna per la ricerca e la conservazione. Massood Azarnoush, direttore del Centro di Ricerca archeologico di Teheran, ha sottolineato la recente dichiarazione con la quale il Governo ha stabilito che tutti i progetti di sviluppo dovranno tenere nella giusta considerazione la salvaguardia archeologica. Lui stesso ha chiesto alle autorità locali di tutte le province iraniane di avvisare prima di dare il via a progetti di qualsiasi natura. Se le operazioni in corso nella valle di Bulaghi potranno diventare, com’è auspicabile, un modello per simili future situazioni, non altrettanto si può dire per interventi in corso, come quello presso l’antico sito di Izeh, nella valle del fiume Karun, nel Khuzestan, dove gli archeologi non hanno avuto né il tempo né le risorse economiche per concludere il loro progetto. Il direttore degli scavi, Jafar Mehrkian, con appena un mese di tempo prima che le acque della diga Karun-III inondassero la vallata, ha dichiarato che la sua piccola équipe è al lavoro sugli ultimi dei 21 importantissimi siti già esaminati, lamentando inoltre la mancanza di un giusto preavviso circa la ripresa di un progetto accantonato da tempo, e il fatto che i suoi appelli per un’assistenza internazionale, lanciati per tutti i cinque mesi della campagna di recupero, siano rimasti lettera morta; una expertise sarebbe stata infatti di grande utilità, soprattutto nei settori della metallurgia e dell’antropologia fisica.
Mehrkian ha denunciato poi la situazione di pericolo di altri importanti sitiminacciati dai progetti delle dighe Karun-II e Karun-IV, quest’ultima già in fase di costruzione e il cui completamento è previsto per il 2008. Un programma di salvataggio e conservazione della ricca eredità archeologica e culturale dell’area è più che mai indispensabile, visti i progetti per la realizzazione di altre dighe lungo il corso del Karun e dei suoi affluenti.
Fonte: Il Giornale dell’Arte on line 01/04/05
Autore: Lucian Harris
Cronologia: Arch. Partico-Sasanide