A Paestum, due giornate di studio dedicate ad approfondire i restauri a cui sono stati sottoposte le costruzioni. In contemporanea, nel museo archeologico, una mostra illustra i recuperi attuali confrontandoli con gli interventi ottocenteschi e del primo novecento.
Dai lavori di recupero delle strutture, durati circa sei anni e finanziati da Lottomatica, tra gli altri, sono emersi tutti i particolari e le tecniche di costruzione usate anticamente dagli architetti del VI-IV secolo a. C. , quando furono realizzati i templi dell’antica Poseidonia, poi diventata la romana Paestum.
Si è potuto accertare che il calcare da usare per innalzare i templi, era tagliato con seghe le cui “lame” erano fatte di corde durissime. Quei massi, poi, erano scolpiti con trapani speciali e, infine, gli altorilievi, dipinti con colori brillanti e preziosi.
“Il dato più importante di questo recupero – dice Marina Cipriani, archeologa e direttrice del sito di Paestum – è che abbiamo avuto la possibilità di conoscere, analizzare, diagnosticare e documentare la situazione dei templi prima, durante e dopo il restauro”.
Ricavando, dunque, dati rimasti nascosti durante i restauri dell’800 e del primo 900, si è potuto capire che quando i monumenti furono innalzati, le scanalature sulle colonne doriche non venivano fatte a terra, ma dopo che la colonna era già stata completata e messa in posa. Si sono scoperte persino le tracce delle corde passate nel volume stesso del blocco per alzarlo a livello delle travi. Un dato unico è quello presentato da una sorta di antichissimo restauro fatto sui blocchi di arenaria prima di sistemarli: se risultavano troppo bucherellati, prima di essere lavorati erano restaurati preventivamente, chiudendo i fori con tasselli di piombo fuso e successiva stuccatura.
Fonte: CulturalWeb 24/06/04
Cronologia: Arch. della Magna Grecia