Tra i mesi di novembre 2003 e gennaio 2004, sono stati programmati degli interventi di scavo in un’ampia area compresa tra l’antico percorso della Via Latina (oggi via Consolare Latina) e Via Fontana dell’Oste (anche questo antico percorso stradale).
Le indagini sono frutto della programmazione d’intervento sul territorio legata all’adozione come strumento urbanistico, da parte del Comune di Colleferro, della Carta Archeologica del territorio, edita nel 1997.
L’iniziativa ha coinvolto le pubbliche istituzioni: Soprintendenza Archeologica per il Lazio, Antiquarium Comunale di Colleferro, il volontariato con il Gruppo Archeologico Toleriense ed i costruttori privati.
Più precisamente le ricerche hanno interessato la collina del Pantanaccio ed un’area pianeggiante nei pressi di Via fontana dell’Oste.
Sul Pantanaccio già nel 1994 durante i lavori di sbancamento per la costruzione del centro anziani del Comune di Colleferro, uno scavo archeologico aveva messo in luce, un antico tracciato stradale, costituito da ciottoli di calcare, poggiati direttamente su terra, con andamento nord-sud, conservato per due tratti, interrotti dalla costruzione moderna. Grazie all’intervento finanziario della Provincia di Roma, nel 2001, questo tratto viario era stato restaurato e musealizzato. Nuovi saggi di scavo dell’anno 1999 avevano messo in risalto una sua continuazione in direzione sud; un dolium depositato in una cavità circolare alla quale era collegata una canaletta scavata nel banco di cinerite. Tra i cumuli di terra asportati, furono individuati, ciottoli di calcare misti a frammenti di tegole ed instrumentum domesticum (pesi da telaio, macinelli, frammenti di ceramica a vernice nera e di ceramica in impasto comune).
Durante gli interventi di ricerca del 2003 è stato possibile definire un’area insediativa su cui si distinguevano uno stradello, alcuni pozzi ed una buca.
Lo stradello era conservato per un tratto di circa 15 metri per una larghezza media di m. 1,60, costituito da piccoli ciottoli di calcare, poggiati direttamente su terra ed aveva un andamento est-ovest non perfettamente ortogonale alla strada.
I tre pozzi scavati nel banco argilloso compatto avevano una forma circolare, ai lati erano visibili pedarole di discesa. L’imboccatura del pozzo 1 era protetta da bozze di tufo disposte radialmente.
Il pozzo 3, con una forma sensibilmente ovale, aveva in superficie tracce di una protezione a bozze di tufo e tegole. Scavato fino al fondo, ad una profondità di m. 4,50, a differenza degli altri due. In esso sono state rinvenute tegole e materiale archeologico.
Rinvenuta anche una buca poco profonda riempita di materiali ceramici e tegole frammentarie e materiale organico; poteva forse trattarsi di una discarica.
Infine nella zona orientale, in un’area marginale rispetto al pianoro artificiale che caratterizza la collina del Pantanaccio è stato individuato un canalone naturale all’interno del quale intenzionalmente o per dilavamento era depositato materiale archeologico di vario genere. La presenza di materiali votivi lascia presagire in via del tutto indicativa la presenza nella zona sommitale di un’area di culto.
Tra i materiali reperiti, quasi tutti appartenenti ad un ambito cronologico compreso tra il III ed il II sec. a.C., si evidenzia ceramica sovradipinta in bruno con fasce e motivi spiraliformi e floreali, ceramica a vernice nera, ceramica depurata, impasti chiari sabbiosi, anfore da trasporto.
Nell’ambito delle ricerche nell’area lungo il percorso di Via Fontana dell’Oste sono state rinvenute due strutture per la captazione e la raccolta dell’acqua, completamente scavate nel banco argilloso.
Un cunicolo sotterraneo di captazione delle acque presumibilmente di età romana cui in un epoca non precisata, probabilmente moderna, furono aggiunte nuove canalizzazioni ed un pozzo a pianta ovale. Un altro cunicolo di captazione delle acque, alto circa un metro e novanta, è stato individuato ad una cinquantina di metri di distanza; era collegato ad un pozzo dove era inserito un dolio, ripetendo la contingenza simile al dolium/pozzo scavato nel 1999 sulla collina del Pantanaccio; all’interno ceramiche del III sec. a. C.
Durante le ricerche degli ultimi venti anni, nel territorio dell’Alta Valle del Sacco sono stati individuati: una serie di abitati più o meno grandi che hanno il loro apice di sviluppo nell’ambito dell’età repubblicana e che trovano motivi di confronto strutturale con l’insediamento del Pantanaccio/Fontana dell’Oste.
Il più importante è l’area della città del IV-III sec.a.C. del Piano della Civita di Artena, circondata da una cinta di mura in opera poligonale, al cui interno sono state individuate strutture abitative costituite da muretti a secco di calcare con elevato a graticcio con all’interno pozzi e buche di scarico.
Nei territori dei Comuni di Colleferro e Artena, sulle due alture dei Colli di S. Pietro e dei Muracci di Crepadosso negli anni ’70/80 sono stati individuati due grandi abitati con santuari che hanno il loro massimo sviluppo nel IV-III sec. a.C. Dalla quadrettatura sono emersi nuclei abitativi caratterizzati dalla presenza di piani di calpestio di ciottoli di calcare e instrumentum domesticum .
Il Vicus di Coste Vicoi si trova a ridosso dell’abitato di Colleferro. Di esso è stata scavata una struttura abitativa a più ambienti costituita da muretti a secco di calcare con elevato a graticcio. Un’abitazione simile di tufo è stata scavata a Colle Montarozzo, sempre nel territorio di Colleferro. Era divisa in tre ambienti che si affacciavano su un cortile. All’interno di questo vi era un piccolo dolio databile al IV sec. a.C., con sepoltura di cane, forse rituale.
Le prospettive future prevedono un completamento delle indagini di scavo seguendo l’apertura dei cantieri di urbanizzazione della zona, la conservazione, ove possibile, delle strutture emergenti, e comunque anche nei luoghi dove la conservazione non è stata possibile, realizzazione di un percorso didattico, con cartelloni esplicativi, scavo e valorizzazione del prolungamento della strada, apertura al pubblico.
Autore: Angelo Luttazzi
Cronologia: Arch. Romana