Rispunta Phoinix, il progetto di parco archeologico-fluviale proposto con tante aspettative nella primavera del 2006, per poi essere clamorosamente “bocciato” pochi mesi più tardi, perché finito soltanto sedicesimo nella graduatoria dei cosiddetti “Progetti di qualità”, relativi al bando ‘Polis’ (Por Sardegna 2000/2006 – Misura 5.1) per l’accesso ai finanziamenti necessari alla sua realizzazione.
Evidentemente, malgrado la forte delusione di un anno e mezzo fa, gli amministratori locali non si sono arresi. Anzi, hanno continuato a inseguire l’idea di un progetto capace di unire un vasto territorio attraverso la storia dei suoi antichi colonizzatori, i Fenici appunto.
Stavolta, però, il progetto è addirittura cresciuto, abbracciando due province, includendo, oltre a quella di Oristano, anche la confinante del Medio Campidano, allargandosi così anche ai Comuni di Arbus e Guspini, sedi dell’antica città di Neapolis.
La nuova ipotesi di progetto, che sarà presentata nel corso di un convegno di studi in programma domani pomeriggio nell’aula consiliare della Provincia (fra i relatori la soprintendente dei beni archeologici della Sardegna, Fulvia Lo Schiavo, e degli archeologi, Rubens D’Oriano e Piero Bartoloni) e in una mostra fotografica (curata dall’associazione Archeo-Antropologica), che aprirà i battenti venerdì mattina, a Palazzo Arcais, è sostanzialmente diversa da quella originale.
Si ispira, come è stato anticipato ieri mattina nel corso di una conferenza stampa, al modello del sistema dei Parchi di Val di Cornia, un sistema integrato che comprende cinque comuni a cavallo fra le province di Grosseto e Livorno. A questa esperienza, fino ad ora unica e che ha dato importanti effetti, malgrado la recente istituzione, guardano ora gli amministratori delle Province di Oristano e di Villacidro-Sanluri, con l’obbiettivo di rilanciare il territorio, partendo appunto dalla sua storia più remota.
Phoinix sarà il “Parco archeologico del Golfo dei Fenici” e come ha spiegato il presidente della Provincia di Oristano, Pasquale Onida, partendo da Arbus e Guspini, unirà l’Oristanese attraverso Terralba, Arborea, Santa Giusta, Oristano, Cabras, Nurachi, Riola e San Vero Milis, in un percorso che ricalcherà la via che univa le antiche città di Neapolis, Othoca e Tharros.
Il passo decisivo verso l’istituzione del parco avverrà attraverso la firma della dichiarazione d’intenti fra le amministrazioni provinciali e comunali interessate che, dopo il vagli da parte della Regione, verrà inviata a Roma.
Ieri il presidente Onida non ha nascosto un certo ottimismo: «Il ministro Bondi – ha ricordato – recentemente sulla stampa nazionale aveva valutato positivamente il progetto».
Che prevede non solo la realizzazione di quelle infrastruttura capaci di valorizzare il partimonio storico e ambientale, ma va addirittura oltre. Un parco che sarà un marchio di qualità per le produzioni locali «e soprattutto, uno strumento valido anche per difendere il territori, partendo dalla conoscenza della sua storia», ha aggiunto il presidente della Provincia del Medio Campidano, Fulvio Tocco.
È stato il professor Raimondo Zucca ad allontanare sul nascere ogni possibile futura polemica sui timori che il nuovo parco possa aggiungere la nascita di ulteriori vincoli sul territorio. «Niente nuovi vincoli, ma uno strumento efficace per dare unità al sistema di relazione fra l’uomo e l’ambiente».
Il modello, inoltre, ricalca le indicazioni contenute nelle leggi nazionali (il Codice Urbani) e regionali (Legge 14), puntando a istituire quell’area vasta sulla quale dovranno realizzarsi progetti e studi.
Una proposta coraggiosa, insomma, che, se realizzata, sarà la seconda del suo genere a livello nazionale, la prima in Sardegna, e che ha incontrato il parere positivo delle amministrazioni comunali, ieri rappresentate dall’assessore alla cultura di Oristano, Tonino Falconi, e dai sindaci di Arborea e Cabras, Bepi Costella e Cristiano Carrus.
Fonte: La Nuova Sardegna 18/11/2008
Autore: Michela Cuccu