Ambiente di delizie. E’ questa l’idea di Vittorio Sgarbi, alto commissario per la Villa del Casale di Piazza Armerina che il 30 marzo a Ferrara ha presentato il progetto di restauro della struttura.
Accantonata ogni idea di cupola più o meno imponente (“Un’idea suggestiva, avveniristica che in un primo tempo avevo sposato – spiega Sgarbi – ma che in realtà non ho mai accettato”.), viene disegnata una copertura opaca di legno, con camera d’aria ventilata, rivestita in lamina di rame preossidato che non provochi “effetto serra”. Sarà il naturale sviluppo dell’intervento Minissi, ormai datato fine anni ‘50: una struttura leggera e reversibile, palesemente moderna, con minime interferenze con quella originaria, interamente ideata dal Centro di restauro della Regione Siciliana, che firma il progetto di restauro.
“La copertura seguirà l’andamento della Villa, vuoti e pieni, luce e ombra, restituendo una condizione di luce simile all’originaria e sottolineando la differenza tra ambienti di rappresentanza e non”, spiega Guido Meli, direttore del centro di restauro siciliano. Verranno restaurati i mosaici (con tessere marmoree o vitree), l’area del calidarium, le superfici intonacate e i rivestimenti marmorei.
Un restauro completo interesserà il frigidarium e le piscine annesse, il porticato del grande peristilio, con la fontana e il Sacello dei Lari, il Triclinio, i pavimenti in opus sectile della Basilica.
Un sistema di passerelle guiderà la visita, i mosaici verranno illuminati tramite fonti luminose collocate sotto le stesse passerelle.
Il progetto prevede anche la sistemazione dell’intero sito archeologico e l’acquisizione delle aree a monte, il cui regime idrogeologico potrà così essere direttamente controllato (la Villa è stata spesso preda di alluvioni): a questo scopo è stata coinvolta anche la Protezione Civile.
Infine, la nuova illuminazione permetterà le visite in notturna, oggi impossibili.
Il progetto è stato redatto dai tecnici del Centro di restauro siciliano. “Da questo momento nessuno dei nostri pezzi o dei nostri progetti sarà inviato fuori – interviene l’assessore regionale ai Beni culturali Alessandro Pagano – possediamo le competenze per qualsiasi intervento, è un gioco di squadra che, come vedete, arriva a buon fine. D’altronde, lo statuto della Regione Sicilia ce lo permette.
Non solo, da questo momento muterà il modo di concepire il bene pubblico: un pezzo ha valore se lo si mostra, abbiamo convinto le Soprintendenze, i nostri tesori viaggeranno per il mondo.
D’altronde i dati ci danno ragione: 3 milioni e mezzo di giapponesi hanno visto il Satiro, abbiamo avuto 400.000 visitatori per Caravaggio, 350.000 per Antonello da Messina a New York e c’è la coda alle Scuderie romane.
Il restauro della Villa del Casale ci permette di riappropriarci di radici antiche, è manifestazione di una cultura viva, la scommessa sull’identità proiettata nel futuro. Occorre saper riconoscere questi tesori uno ad uno, e valorizzarli, creare poli di cultura che rappresentino il nostro unicum. E’ una grande responsabilità, immensa ma attraente, che richiede il lavoro sinergico per un bene comune: rilanciare il ruolo della Sicilia”.
Fonte: CulturalWeb 31/03/2006
Cronologia: Arch. Romana