A Cividale è venuta alla luce in centro con altri numerosi reperti
Tracce murarie che testimoniano l’esistenza di una corte porticata – ne rimane anche il basamento di un pilastro – su cui si affacciava una serie di unità abitative di epoca medievale e nella quale si svolgevano attività artigianali, e poi un pozzo attiguo a una vasca di decantazione per l’acqua, un vano interrato coperto a volta (potrebbe essere stato una cisterna o una discarica), reperti ceramici e bronzei, monete, sepolture: quello che, fino a poco tempo fa, era il giardino di casa Maseri, nel cuore della cittadina ducale, si è rivelato inaspettatamente una piccola, preziosa miniera archeologica.
Il merito della scoperta, che permetterà, ad analisi ultimate, di arricchire ulteriormente la mappa della “Cividale sotterranea”, va all’impianto di un cantiere nell’ormai ex spazio verde del palazzo. Dal terreno hanno cominciato ad affiorare, una dopo l’altra, affascinanti sorprese.
“Abbiamo individuato una stratificazione che attesta una frequentazione lunga e serrata dell’area – spiega l’archeologa Angela Borzacconi, incaricata dalla Soprintendenza di occuparsi dello scavo – In una parte del giardino sono state rinvenute diverse strutture abitative di epoca medievale, databili fra il ‘500 e (per quanto riguarda i livelli inferiori) ‘200. Quasi certamente, tuttavia, scavando ancora più in profondità si incontrerebbero strutture romane. A ridosso del muro di cinta, invece, vi è un pozzo (la cui parte esterna era sempre rimasta visibile) collegato a una vasca di decantazione che presenta pareti in argilla ed è riempita di sabbia, per la purificazione dell’acqua. A lato si notano chiaramente delle canalette che sfociano nella vasca”.
Sono stati identificati pure uno strato di crollo pieno di olle da stufa in terracotta (una quarantina di esemplari, all’incirca, attribuibili, forse, all’epoca trecentesca), tantissimi livelli di terre nere e resti di ceramiche graffite che attestano la presenza, appunto, di botteghe di artigiani ceramisti. Più in basso rispetto allo strato delle ceramiche, ancora, vi erano tracce di laterizio bruciato.
Sono emersi in superficie pure dei bicchieroni in terracotta che servivano, una volta inseriti in materiale refrattario, ad irradiare il calore. In una seconda zona del giardino è stata invece ritrovata una struttura circolare, in grossi ciottoli: la sua scarsa profondità (1 metro e 70 centimetri) ha fatto escludere l’ipotesi che si trattasse di un pozzo, e propendere, piuttosto, per quella di un deposito di derrate alimentari. Quest’ultimo è connesso a strutture romane, parte delle quali è stata messa in luce (si scorge un muro), e conteneva una vasta quantità di ceramiche databili fra il terzo e il primo secolo d.C..
Una stratificazione chiarissima permette di ricostruire, a partire dalla struttura in ciottoli, le varie fasi vissute dal sito, arrivando dal I secolo d.C. fino ai giorni nostri.
Addossata al muro d’epoca romana vi è inoltre una sepoltura, verosimilmente di età tardo antica-medievale. Altre quattro tombe sono state individuate in una diversa parte del giardino. Anch’esse sono in terra e ciottoli e risalgono, a quanto pare, all’epoca alto medievale.
Fonte: Il Messaggero Veneto 13/11/02
Autore: Lucia Aviani
Cronologia: Arch. Medievale