Archivi

Gennaro D’Orio. La Gaiola, Parco Sommerso a forte rischio inquinamento!

gaiola

Giù le mani da “La Gaiola”, di certo uno dei luoghi più suggestivi e mitici di Napoli, un vero polmone biologico del suo mare, un piccolo arcipelago quasi nascosto tra le insenature del Golfo partenopeo, due isolotti uniti da un ponticello, con una spiaggia libera rocciosa, frequentata soprattutto d’estate da tantissime persone e visitatori. Un piccolo ma più che importante scrigno di rara bellezza, natura e cultura della città.
Oggi come oggi (figuriamoci “ieri”!), sebbene la presenza attiva di personale di sicurezza e video-sorveglianza, l’incantevole sito è più volte minacciato dai pescatori di frodo, come se già non bastassero scarichi inquinanti le acque, causa probabilmente alcuni sovrastanti insediamenti edilizi scriteriati o addirittura abusivi, nonché l’abbandono lì di rifiuti ad opera degli incivili, dei soliti barbari di turno.
gaiolaUn mix esplosivo, tutto questo, che attenta costantemente agli equilibri dell’ecosistema ed alla conservazione della biodiversità marina.
Istituita con Decreto Interministeriale del 7/8/2002, l’Area Marina Protetta: “Parco Sommerso di Gaiola”, una superficie di appena 41,6 ettari, estesa dal pittoresco Borgo di Marechiaro alla suggestiva Baia di Trentaremi, è inclusa nella Zona Speciale di Conservazione IT8030041: “Fondali Marini di Gaiola e Nisida”, della rete europea di protezione “Natura 2000”, con l’omonimo Parco, uno dei più affascinanti del Mediterraneo, con i suoi paesaggi sottomarini mozzafiato, i suoi banchi Coralligeni, col suo habitat variegato per numerose specie di flora (Posidonia oceanica!) e fauna marina, con nei dintorni anche un altro tesoro: il Parco Archeologico di Pausilypon.
Qui ci si può immergere in un mondo sommerso, ricco di vestigia storiche, tra resti di ville marittime aristocratiche di età imperiale, maestose falesie di Tufo Giallo Napoletano (rimodellate dal mare e dal vento), approdi, ninfei e pescherie, che sono oggi visibili lungo la costa e sui fondali del mare, a causa del fenomeno vulcanico – tettonico di lento sollevamento e abbassamento della crosta terrestre, denominato è noto “bradisismo”.
gaiolaGestito dal Centro Studi Interdisciplinari (CSI) – Gaiola onlus, il Parco Sommerso deve la sua particolarità alla fusione tra aspetti vulcanologici, biologici e storico-archeologici, il tutto nella cornice di un paesaggio costiero tra i più suggestivi del Golfo, costituendo oggi un importante sito di ricerca, formazione, divulgazione scientifica ed educazione ambientale, per la riscoperta e valorizzazione del patrimonio naturalistico e culturale del Golfo di Napoli.
Tornando a rischi e criticità, denunciati all’inizio, il CSI Gaiola ha promosso e continua a sostenere la petizione contro la creazione di nuovi scarichi fognari nel Sito Natura 2000 – Zona Speciale di Conservazione IT8030041: “Fondali marini di Gaiola e Nisida”, in sinergia con altre Associazioni del CTM – Coordinamento Tutela Mare: “Chi Tene o’ Mare”, i comitati cittadini e stakeholders territoriali, l’AMP Parco Sommerso di Gaiola ed il Coordinamento Stop Fogna Coroglio (Gea ets, Organizzazione Produttori Mytilus Campaniae, Comitato Civico Vomero ed altri).
Il progetto di riconfigurazione della rete fognaria del SIN Bagnoli-Coroglio, decisamente discutibile e contrastato, prevede infatti di far confluire tutti gli scarichi di piena dell’intero bacino idrografico occidentale di Napoli, proprio all’interno della ZSC Gaiola-Nisida e, più dettagliatamente, l’aumento della portata del Collettore Fognario Arena S. Antonio verso il già sottodimensionato impianto di pretrattamento acque reflue di Coroglio, da 100 mc/s attuali a 206 mc/s; l’apertura di un secondo scarico fognario di Bypass sotto costa sulla spiaggia di Coroglio, in aggiunta all’attuale tunnel di quello già esistente nei pressi di Cala Badessa; l’aumento della portata delle condotte di scarico sottomarine, sfocianti a -50 m nei pressi della Secca della Badessa, e degli altri banchi di Coralligeno presenti nell’area.
Insomma un conseguente, vero disastro eco-ambientale. Da mare “monstrum” e basta.

Autore: Gennaro D’Orio – doriogennaro@libero.it

Segnala la tua notizia